Canicattì

Canicattì, tentata estorsione per pagare debito di droga: 3 condanne

La vicenda principale è quella della tentata estorsione ai danni di un uomo di 48 anni

Pubblicato 4 anni fa

Il gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto la condanna nei confronti di tre dei quattro imputati coinvolti in una tentata estorsione di un terreno ai danni di un 48enne per saldare un debito di droga. Il giudice ha condannato il 45enne Michele Amato a 4 anni e 4 mesi; 3 anni ad Antonino Chiazza, 50 anni; 2 anni sono stati inflitti all’omonimo cugino di quest’ultimo, 31enne. L’unico assolto – per non aver commesso il fatto – è Giuseppe Triglia.

La vicenda principale è quella della tentata estorsione ai danni di un uomo di 48 anni che , temendo per la propria incolumità, ha deciso di varcare il portone della caserma dell’Arma. L’uomo aveva acquistato, a credito, varie dosi di cocaina, per un valore complessivo di circa 2.000 euro ma non era più riuscito a pagare il debito contratto con i suoi fornitori, appunto Chiazza e Amato.

In particolare, i militari dell’Arma, con intercettazioni e pedinamenti, sono riusciti a documentare anche gli incontri e le richieste estorsive avanzate dai due soggetti, i quali erano perfino arrivati a pretendere la cessione di un terreno agricolo di proprietà della vittima del valore di circa 12.000 euro, a fronte del debito di 2.000 euro.

L’inchiesta è una delle costole della ben più nota operazione “Xidy” che lo scorso 2 febbraio ha portato alla luce le dinamiche all’interno del mandamento mafioso di Canicattì. Tra gli arrestati di quest’ultima operazione compare anche Chiazza, ritenuto un membro della stidda, e l’avvocato Angela Porcello che faceva parte del collegio difensivo.

L’accusa in aula è stata sostenuta dal sostituto procuratore Gloria Andreoli.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *