Giudiziaria

Crollano calcinacci nell’aula bunker: stop a processo di mafia

L'incidente - che ha reso inagibile l'area - e' avvenuto nella notte tra domenica e lunedi'

Pubblicato 3 anni fa

E’ stato rinviato ad altra udienza il processo alla mafia di Trapani previsto in mattinata a causa del crollo di una parte del controsoffitto dell’aula bunker del tribunale. L’incidente – che ha reso inagibile l’area – e’ avvenuto nella notte tra domenica e lunedi’, causando il crollo di calcinacci e de pannelli che ricoprono il tetto, ritrovati sui banchi destinati a magistrati, avvocati e imputati. Secondo i primi riscontri la causa sarebbe il danneggiamento del sistema di condizionamento, che si snoda nell’intero Palazzo di giustizia. Il presidente del tribunale di Trapani nell’immediato ha stabilito la sospensione delle udienze programmate nell’aula bunker e disposto un’ispezione e la sistemazione per il ripristino delle attivita’.

Sull’episodio e’ intervenuta la Camera penale di Trapani, che ha lanciato l’allarme, evidenziando che “non vi e’ un’altra aula idonea a garantire il videocollegamento da remoto degli imputati detenuti nelle carceri di massima sicurezza”. Tra gli imputati del processo Scrigno, oltre all’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, ci sono altre sette persone, tra cui Vito D’Angelo, presunto riferimento della mafia trapanese sull’isola di Favignana, tuttora detenuto.

“L’unica alternativa, l’aula bunker Montalto presso il carcere di Trapani, e’ ormai chiusa da anni nonostante il ministero abbia finanziato le opere di ripristino – sostiene la nota della Camera Penale – e pare che per metterle in cantiere occorra risolvere complicate faccende burocratiche sulle quali, da oltre un anno e mezzo, lavora alacremente il Provveditorato regionale”. La Camera Penale ha proclamato lo stato di agitazione, rinviando ogni analisi a un’assemblea gia’ convocata per domani. Decisione analoga era stata intrapresa gia’ nel 2005, quando “l’avvocatura si astenne a oltranza dalle udienze e rifiuto’ l’accesso al Palazzo, che venne trasferito altrove e ristrutturato (si fa per dire) da cima a fondo con lavori dei quali si interesso’ anche la magistratura inquirente, prima che intervenisse la prescrizione.

Sempre in quell’anno si ricorda un’autorevole ordinanza del collegio penale, presieduto dal dottor Vincenzo Pantaleo, che respinse la richiesta della procura di Trapani. Quest’ultima, pur condividendo e anzi appoggiando le ragioni della protesta dell’Avvocatura, aveva chiesto la trasmissione degli atti per verificare se l’astensione a oltranza integrasse gli estremi di qualche reato. Non se ne fece nulla, perche’ il tribunale rigetto’ la richiesta, confermando la piena legittimita’ dell’astensione proclamata dall’avvocatura”. (AGI)

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