Giudiziaria

“Imbrattarono la Scala dei Turchi con della polvere rossa”, chieste due condanne

I due sarebbero i responsabili del deturpamento della Scala dei Turchi, avvenuto il 7 gennaio 2022, macchiata con della polvere di ossido di ferro di colore rosso

Pubblicato 2 settimane fa

A distanza di tre anni dallo “sfregio” alla Scala dei Turchi, la famosa scogliera di marna bianca di Realmonte, la procura di Agrigento chiede la condanna nei confronti dei due presunti responsabili. Si tratta di Domenico Quaranta, 52 anni, e Francesco Geraci, 48 anni, entrambi di Favara. Il pm Margherita Licata ha proposto 4 mesi e 10 giorni di reclusione per il primo, a cui viene riconosciuta una capacità di intendere scemata, e 6 mesi e 15 giorni di reclusione per il secondo.

I due sarebbero i responsabili del deturpamento della Scala dei Turchi, avvenuto il 7 gennaio 2022, macchiata con della polvere di ossido di ferro di colore rosso per fortuna non in maniera irreparabile. In un primo momento si era pensato all’utilizzo di vernice che, certamente, avrebbe potuto causare conseguenza ben più gravi. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri Quaranta sarebbe stato l’autore materiale dello “sfregio” mentre Geraci avrebbe guidato il veicolo al bordo del quale i due soggetti hanno raggiunto il sito naturale.

Ed è proprio grazie agli accertamenti sul furgone Ford Tranist che i carabinieri della Compagnia di Agrigento sono risaliti ai due. I filmati della videosorveglianza hanno permesso di ricostruire gli spostamenti di quella sera con l’arrivo alla Scala dei Turchi e il trasporto di due sacchi che contenevano la sostanza. Quaranta, personaggio noto alle forze dell’ordine, è già stato condannato per gli attentati terroristici del 2001 alla Valle dei Templi di Agrigento e alla metropolitana di Milano ma si è reso protagonista di altri episodi di particolare allarme sociale: dall’imbrattamento della Scala dei Turchi, e ancor prima di Punta Bianca, fino alla distruzione dei vasi in ceramica posti sul viale Le Dune in località San Leone, nonché il deturpamento della Casa Natale di Pirandello.

Questa mattina, davanti il giudice Terranova, hanno discusso anche le difese e la parte civile. Quaranta è rappresentato dall’avvocato Antonella Carlino, che ha sostenuto l’assenza di una prova ogni oltre ragionevole dubbio del coinvolgimento dell’assistito, mentre Geraci dall’avvocato Salvatore Cusumano. Quest’ultimo ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto nonché l’esclusione della parte civile costituitasi (il comune di Realmonte rappresentato dall’avvocato Vincenzo Caponnetto) poiché all’epoca dei fatti il sito naturale risultava di proprietà della famiglia Sciabarrà. Si torna in aula il 14 luglio per repliche e sentenza. 

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