Giudiziaria

La mafia di Porto Empedocle e Villaseta, James Burgio non risponde al giudice 

In questa indagine è accusato di aver utilizzato un cellulare in carcere per veicolare messaggi e ordinare anche un attentato contro un rivale del clan

Pubblicato 4 settimane fa

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il trentaduenne James Burgio, di Porto Empedocle, raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta che ha fatto luce sulle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle.

Burgio è detenuto dal 2017 per diversi reati: da un tentato omicidio avvenuto al porto di Porto Empedocle all’inchiesta Kerkent sulla cosca mafiosa guidata dal boss Antonio Massimino.

L’empedoclino, difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Giuseppe Barba, è accusato in questa indagine di aver utilizzato cellulari in carcere per dare ordini e, addirittura, suggerire una gambizzazione di un esponente del clan rivale. L’interrogatorio si è tenuto nel carcere di Augusta davanti il gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio. 

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