L’omicidio del rivenditore di auto a Favara, Ris eseguono accertamenti irripetibili
I risultati, attesi a breve, potrebbero certamente fornire un ulteriore e decisivo tassello alla delicata inchiesta della procura di Agrigento
Al via lo scorso 25 gennaio, nella sede dei carabinieri del Ris di Messina, gli esami irripetibili sui reperti sequestrati sul luogo dell’omicidio di Francesco Simone, il rivenditore di auto ucciso con almeno quattro colpi di pistola lo scorso 7 dicembre in contrada “Poggio muto” a Favara. Accertamenti, a cui ha preso parte il legale Angelo Piranio che rappresenta i familiari della vittima, che in prima battuta sono stati di di natura balistica. I risultati, attesi a breve, potrebbero certamente fornire un ulteriore e decisivo tassello alla delicata inchiesta della procura di Agrigento. Inchiesta che già negli scorsi giorni, come svelato in esclusiva da Grandangolo, ha avuto un primo punto di svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati del vicino di casa della vittima. L’uomo ha nominato quale difensore l’avvocato Giuseppe Barba.
Ulteriori esami irripetibili di natura biologica e microscopica sui vestiti della vittima, in programma nei prossimi giorni, potrebbero dunque far chiudere il cerchio agli inquirenti. Indagine, quella svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo guidati dal tenente colonnello Luigi Balestra e dal tenente colonnello Vincenzo Bulla, che fin da subito ha tracciato un profilo dell’accaduto alquanto vicino a dinamiche originate da banali e futili motivi che avrebbero scatenato la furia omicida dell’assassino. I militari dell’Arma, insomma, avrebbero individuato movente e presunto assassino già dopo le primissime investigazioni.