Giudiziaria

Processo d’appello su brogli porticciolo turistico Licata: nuovamente assolto l’ing. Ortega

Decise due condanne per occupazione di suolo pubblico

Pubblicato 2 anni fa

La Quarta sezione penale della Corte d’appello di Palermo presieduta da Vittorio Anania ha confermato integralmente la sentenza di primo grado emessa dal Gup del Tribunale di Agrigento nel gennaio 2020 scaturito dall’inchiesta sul porto “Marina Cala del Sole” di Licata.

La Corte ha confermato cinque assoluzioni e due condanne per occupazione di suolo pubblico.

Anche la sentenza di secondo grado scagiona l’ex dirigente dell’dipartimento Urbanistica del Comune di Licata, Vincenzo Ortega, accusato di abuso d’ufficio in quanto, stando all’accusa, avrebbe favorito l’imprenditore Luigi Francesco Geraci, originario di Sommatino, permettendogli di non pagare circa 7 milioni di euro di oneri concessori a danno del Comune di Licata.

Geraci in primo grado (rito abbreviato) era stato condannato (e con lui Bartolo Consagra con ammenda) a 3 mesi di reclusione e diecimila euro di multa per occupazione di suolo pubblico.

Assolti, oltre al figlio dell’imprenditore, Salvatore Geraci, anche Andrea Occhipinti, a capo del dipartimento finanziario, Giuseppina Maria Pia Amato, responsabile del Suap, entrambi accusati di abuso d’ufficio, Paola Vizzini, accusata di occupazione abusiva di suolo demaniale.

L’inchiesta, nata da una denuncia dell’associazione “A testa alta”, riguardava la costruzione del porto, poi sequestrato nel 2014 e le strutture accessorie: camere, parcheggi, area ristorazione e spiagge private, costruite come “opere di urbanizzazione primaria”.

Quattro condanne, a pene comprese fra i 10 mesi e i 2 anni e 8 mesi di reclusione, è stata la richiesta del Procuratore generale

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Michele Ambra, Eleonora Minio, Angelo Armenio, Nicolò Grillo, Girolamo Rubino e Antonino Gaziano.

Nel procedimento si sono costituti parte civile il comune di Licata, rappresentato dall’avvocato Salvatore Pennica, e l’associazione “A Testa Alta” con l’avvocato Lillo Fumo.

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