Giudiziaria

Santa Elisabetta, “minorenne abusata dal patrigno”: 40enne resta in carcere

Rigettato il ricorso della difesa

Pubblicato 3 anni fa

Il tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso avanzato dalla difesa di un 40enne di Santa Elisabetta arrestato lo scorso settembre dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Canicattì con la grave accusa di violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia. L’agrigentino, dunque, resta in carcere. 

L’uomo è accusato di aver abusato della figlia della compagna.  Le indagini sono iniziate alla metà di agosto quando una minore di Santa Elisabetta ha chiesto aiuto ai carabinieri accennando i gravissimi comportamenti del patrigno, solito rivolgerle attenzioni proibite. Un racconto iniziale che ha immediatamente allertato la Procura di Agrigento impegnata con i carabinieri in un “codice rosso” che ha richiesto l’approfondimento del riservatissimo contesto sabettese e del chiuso delle sue famiglie. 

Qui gli inquirenti hanno documentato la sottomissione subita dalla giovanissima vittima prima oggetto di attenzioni particolari – iniziate quando aveva appena 10 anni – e poi in una escalation tesa a vincerne la resistenza, assaltata in assenza dei familiari conviventi e sottoposta a violenti atti sessuali. 

Altrettanto gravi le annotazioni dei carabinieri riguardo i maltrattamenti patiti dal fratello minorenne della ragazzina, picchiato dal patrigno da quando aveva 8 anni e sottomesso al punto di credere di meritare le punizioni fisiche inflittegli “quando faccio cavolate ma per me questo non è normale” raccontate agli inquirenti con l’pressione di una violenza “forte anche se non in maniera esagerata”.

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