Giudiziaria

Tentato omicidio ristoratore empedoclino: processo agli sgoccioli

Si torna in aula il 21 maggio per eventuali repliche e sentenza.

Pubblicato 3 anni fa

Battute finali del processo a carico di Gerlando Russotto e Mario Rizzo, accusati del tentato omicidio ai danni del ristoratore empedoclino Saverio Sacco, avvenuto nell’aprile 2018 a Grace Holland, Belgio. Dopo le due richieste di condanna avanzate dalla Procura di Agrigento – a nove anni per il primo e sei anni e sei mesi per il secondo – la parola è passata alle difese per le arringhe. Questa mattina, davanti il gup Luisa Turco, hanno discusso gli avvocati Salvatore Cusumano e Calogero Lo Giudice. In particolare il primo ha chiesto l’assoluzione nei confronti del Russotto facendo leva sulla “poca attendibilità” delle dichiarazioni di Rizzo che in questa vicenda aveva anche iniziato una parziale collaborazione con le autorità. Gerlando Russotto, ex cognato di Rizzo, è accusato anche di detenzione illegale di arma da fuoco. 

Nella vicenda è coinvolto anche Salvatore Prestia, cognato del boss  Fabrizio Messina di Porto Empedocle, per la cui posizione si procede separatamente dinanzi le autorità belga. Secondo la ricostruzione Prestia, accompagnato in auto da Rizzo e Russotto, avrebbe atteso il ristoratore fuori dal locale sparandogli diversi colpi agli arti inferiori. Sacco, seppur ferito, riuscì a reagire disarmando il suo assalitore costringendolo alla fuga.  Da lì in poi tanti gli eventi susseguitisi: Mario Rizzo iniziò a rispondere alle domande degli inquirenti svelando di fatto il tentato omicidio ai danni del ristoratore. Successivamente lo stesso Rizzo indicò il posto – il sottotetto condominiale dell’abitazione di Russotto – in cui poi furono ritrovate dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento una pistola calibro 7.65 ridipinta color oro con matricola abrasa ed un fucile risultato esser stato rubato alla polizia provinciale di Agrigento.Russotto è stato arrestato lo scorso ottobre nell’ambito dell’operazione della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, denominata Mosaico. L’inchiesta fece luce sulla scia di sangue caratterizzata sull’asse Favara-Belgio che vide una vera e propria guerra tra due fazioni.

Si torna in aula il 21 maggio per eventuali repliche e sentenza. 

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