Giudiziaria

“Uccise cognato per difendere la sorella”: rito abbreviato per palmese

Rito abbreviato condizionato dall’audizione della sorella e della nipote. Si è celebrata questa mattina l’udienza preliminare a carico di Raimondo Burgio, 37enne di Palma di Montechiaro, accusato di aver ucciso il cognato al culmine di una lite nel novembre scorso. Bisognerà, dunque, audire la sorella dell’imputato e la figlia prima di poter accedere formalmente al […]

Pubblicato 4 anni fa

Rito abbreviato condizionato dall’audizione della sorella e della nipote. Si è celebrata questa mattina l’udienza preliminare a carico di Raimondo Burgio, 37enne di Palma di Montechiaro, accusato di aver ucciso il cognato al culmine di una lite nel novembre scorso. Bisognerà, dunque, audire la sorella dell’imputato e la figlia prima di poter accedere formalmente al giudizio abbreviato.

Alla richiesta di procedere con il rito abbreviato si è giunti grazie all’iniziativa dei legali di fiducia dell’imputato, avvocati Francesco Scopelliti e Giovanni Lo Monaco i quali hanno inoltre depositato una mole imponente di documenti tesi a lumeggiare la situazione preesistente tra vittima ed assassino. Documenti che sono stati ammessi dal Gup, Francesco Provenzano nonostante la ferma opposizione del pubblico ministero, Emiliana Busto e delle parti civili rappresentate dagli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Rossella Avanzato.

Il Gup del Tribunale di Agrigento ha rinviato l’udienza al rapissimo 11 novembre. Burgio, reo confesso, avrebbe sparato due volte all’indirizzo del cognato Ignazio Scopelliti, bracciante agricolo di 47 anni, assassinato con due colpi di pistola in via Palladio, a Palma di Montechiaro, lo scorso 2 novembre.

Burgio, in un primo momento era stato posto agli arresti domiciliari  in seguito al suo atteggiamento collaborativo e la particolare situazione vissuta in famiglia anche in considerazione delle numerose denunce che la stessa aveva depositato nei confronti dello Scopelliti.

La misura degli arresti domiciliari fu poi revocata con l’obbligo di dimora. L’imputato è difeso dagli avvocati Francesco Scopelliti e Giovanni Lomonaco.

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