Giudiziaria

Vultur, mafia ed estorsioni a Camastra: battute finali del processo d’Appello

Battute finali del processo, che si celebra davanti la Corte d’Appello di Palermo, scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” – condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi – che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese.  Sul banco […]

Pubblicato 4 anni fa

Battute finali del processo, che si celebra davanti la Corte d’Appello di Palermo, scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” – condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi – che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese. 

Sul banco degli imputati, dopo le condanne arrivate in primo grado, siedono Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra, il figlio Vincenzo, il tabaccaio del paese Calogero Piombo e Calogero Di Caro, esponente di primissimo piano della mafia di Canicattì. 

Questa mattina la difesa di Rosario Meli, rappresentata dall’avvocato Santo Lucia e Raffaele Monsignore, ha avanzato alcune richieste alla Corte: la prima di sentire il perito che si è occupato delle trascrizioni delle intercettazioni con particolare attenzione ad una precisa conversazione svolta all’interno della tabaccheria del Piombo. In questo frangente, la difesa “spinge” nel dimostrare che al centro della conversazione non ci fosse una richiesta di estorsione ma un “regolamento di conti” dovuti all’attività lavorativa del Meli con le persone offese. La seconda richiesta avanzata dalla difesa riguarda l’audizione di due testimoni che dovrebbero riferire sui rapporti tra l’imputato Meli e le persone offese. 

In primo grado il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, oggi Gip presso il Tribunale di Agrigento, condannò alla pena di 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesiper il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piomboritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anniin continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”. Il collegio delle difese è composto dagli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina e Calogero Fiorello.

La Corte ha rinviato l’udienza al prossimo 28 maggio giorno in cui scioglierà le riserve. 

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