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Migranti, Mediterranea: ‘Stop violazione diritto o pronti a denuncia’

“Torniamo a chiedere con forza che le Istituzioni italiane non continuino in questa violazione del diritto e dei diritti e che prevalga dopo mesi di illegalità e cattiveria gratuita il rispetto delle persone e delle leggi, ribadendo che in caso contrario siamo pronti a denunciare questi comportamenti in tutte le sedi competenti”. A dirlo è […]

Pubblicato 5 anni fa

“Torniamo
a chiedere con forza che le Istituzioni italiane non continuino in questa
violazione del diritto e dei diritti e che prevalga dopo mesi di illegalità e
cattiveria gratuita il rispetto delle persone e delle leggi, ribadendo che in
caso contrario siamo pronti a denunciare questi comportamenti in tutte le sedi
competenti”.

A dirlo è Mediterranea Saving Humans, a
proposito della nave Mare Jonio, ancora ferma a 13 miglia da Lampedusa, al
limite delle acque territoriali, con 34 migranti a bordo. Stamani ancora una
volta con una mail l’Ong è tornata a chiedere al Centro di coordinamento
marittimo italiano un porto sicuro di sbarco, sottolineando “ancora una volta le condizioni
psicofisiche di estrema vulnerabilità delle persone a bordo dovute ai loro
tragici vissuti e alle violenze subite in Libia”.
Condizioni
aggravate, spiegano da Mediterranea, “dall’esperienza
della morte di sei compagni di viaggio e dall’attuale situazione di incertezza
e di sospensione del diritto in cui versano che si configura come ‘trattamento
inumano e degradante’.

L’Ong nella mail con cui chiede un porto
sicuro ha ricordato “la recentissima
pronuncia del Gip di Agrigento nella vicenda della nave Open Arms, nella quale
è stato ribadito come, ‘sulla scorta delle Convenzioni internazionali Unclos,
Solas, e Sar, per come esplicitate in dettaglio nelle discendenti Linee guida
Imo’, e confluite nella direttiva Sop 009/2015, il Coordinamento delle
operazioni di salvataggio ricada ‘sullo Stato che per primo ha ricevuto notizia
di persone in pericolo in mare fino a quando il RCC competente per l’area non
abbia accettato tale responsabilità’. Nel nostro caso questo Stato è l’Italia”.

L’obbligo di salvataggio delle vite in
mare, sostiene Mediterranea, “costituisce
un dovere degli Stati e prevale sulle norme e sugli accordi bilaterali
finalizzati al contrasto dell’Immigrazione irregolare. La nostra Costituzione
di dice chiaramente che il diritto internazionale prevale sul Decreto Sicurezza
che in questo momento ci tiene fuori dalle acque territoriali”.
“Torniamo a chiedere con forza
– conclude – che le Istituzioni italiane non continuino in questa violazione del
diritto e dei diritti e che prevalga dopo mesi di illegalità e cattiveria
gratuita il rispetto delle persone e delle leggi, ribadendo che in caso
contrario siamo pronti a denunciare questi comportamenti in tutte le sedi
competenti. Adesso fateli sbarcare”.

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