Mafia

Agguato a parenti ex pentito: arrestato 31enne

Svolta nelle indagini sul tentato omicidio di Francesco e Gabriele Ferrara, rispettivamente nipote e figlio dell’ex collaboratore di giustizia Iano Ferrara, avvenuto nel 2016. La Squadra mobile ha arrestato Massimiliano Campagna, 31 anni, ritenuto il secondo esecutore materiale dell’agguato per il quale era già finito in manette lo scorso anno Tommaso Ferro. Gli agenti hanno […]

Pubblicato 4 anni fa

Svolta nelle indagini sul tentato omicidio di Francesco e Gabriele Ferrara, rispettivamente nipote e figlio dell’ex collaboratore di giustizia Iano Ferrara, avvenuto nel 2016. La Squadra mobile ha arrestato Massimiliano Campagna, 31 anni, ritenuto il secondo esecutore materiale dell’agguato per il quale era già finito in manette lo scorso anno Tommaso Ferro. Gli agenti hanno dato esecuzione al provvedimento cautelare emesso dal gip di Messina su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. L’11 gennaio del 2016, all’incrocio tra le vie Dell’Essenza e Pietro da Messina, Francesco e Gabriele Ferrara, mentre salivano sull’auto dello zio Carmelo, furono raggiunti da alcuni colpi di pistola esplosi da un uomo a bordo di uno scooter, guidato da un complice.

Nel mirino dei killer, secondo gli investigatori, c’era proprio lo zio, che riuscì però a sfuggire all’agguato, abbandonando l’auto. Le indagini, immediatamente scattate, hanno permesso di risalire al movente del tentato omicidio: un attrito sorto a causa di una relazione non gradita tra Iano Ferrara e una parente di Tommaso Ferro. Un rapporto energicamente osteggiato da quest’ultimo, ma approvato e difeso da Carmelo Ferrara.

Il 2 aprile del 2019 Ferro è stato arrestato e il tentato omicidio ai danni dei Ferrara fu collocato nell’alveo di quelle azioni aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. Ma la riapertura delle indagini ha portato alla nuova svolta e all’arresto di Massimiliano Campagna, che è stato rintracciato e arrestato ieri pomeriggio dagli investigatori della Squadra Mobile.

All’uomo la Direzione distrettuale antimafia di Messina ha contestato il tentato omicidio e il porto abusivo di arma da fuoco con l’aggravante del 416 bis. “Del resto, e come evidenziato nel provvedimento cautelare, al di là delle ragioni sentimentali che avevano animato Ferro – spiegano gli investigatori – la compagine malavitosa di riferimento di quest’ultimo, attiva nel territorio di Santa Lucia sopra Contesse avrebbe acquistato potere, facendo sparare a uno dei componenti della famiglia Ferrara che sul Cep esercitava la propria influenza”. (Adnkronos)

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