Mafia

Appello del Centro Pio La Torre a Mattarella: “Una casa museo per Livatino”

Un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e’ stato lanciato dal Centro Pio La Torre affinche’ venga promossa la realizzazione di una casa museo a Canicatti’ nell’anniversario dell’assassinio del giudice Rosario Livatino. “Oggi fanno trent’anni che hanno barbaramente ucciso il giudice Rosario Livatino di Canicatti’ – scrive il presidente del centro studi, Vito Lo […]

Pubblicato 4 anni fa

Un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e’ stato lanciato dal Centro Pio La Torre affinche’ venga promossa la realizzazione di una casa museo a Canicatti’ nell’anniversario dell’assassinio del giudice Rosario Livatino. “Oggi fanno trent’anni che hanno barbaramente ucciso il giudice Rosario Livatino di Canicatti’ – scrive il presidente del centro studi, Vito Lo Monaco – stava andando al lavoro senza scorta, i killer di mafia lo hanno inseguito e trucidato. Era un ‘giudice ragazzino’, esempio di umilta’, modestia, onesta’ e impegno civile”. “Quando moriremo, nessuno ci verra’ a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili” scriveva, “anticipando – aggiunge Lo Monaco – una questione morale mai veramente affrontata nel nostro Paese. Nel suo paese natale addirittura ignorata dai piu'” . A trent’anni dalla morte la sua casa e’ intatta come lui l’ha lasciata quella mattina per andare in tribunale ad Agrigento. Con le sue toghe, i suoi libri, gli appunti, la sua vita che nessuno puo’ conoscere e apprezzare veramente perche’ e’ chiusa al pubblico, ormai pericolante. “Inutili gli appelli di tanti a farne una casa museo, a memoria e insegnamento per le nuove generazioni – scrive ancora Lo Monac o- l’abitazione di Livatino e’ in possesso di una signora che non vuole lasciarla, che si oppone a ogni timida iniziativa di farne un bene pubblico. Nell’ignavia della pubblica amministrazione locale, dello Stato e della Regione che non fanno niente, a trent’anni dalla morte di un giudice per cui e’ in atto anche una causa di beatificazione come martire della Chiesa, nonostante quel giudice abbia dato la sua vita anche per loro”. 

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