Mafia

Caso Contrada, Cedu chiede chiarimenti su norma perquisizioni e intercettazioni

I giudici europei hanno chiesto all'esecutivo di fornire risposta ad alcuni specifici quesiti

Pubblicato 3 anni fa

La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha chiesto dei chiarimenti al governo italiano su alcune questioni riguardanti le perquisizioni subite, dal 2017 in poi, da Bruno Contrada, segnalate dall’ex numero tre del Sisde con un ricorso presentato nel 2019 dagli avvocati Stefano Giordano e Marina Silvia Mori. I giudici europei hanno chiesto all’esecutivo di fornire risposta ad alcuni specifici quesiti circa la chiarezza e la precisione della legge italiana in materia di perquisizioni e intercettazioni; la necessita’ e la proporzionalita’ delle attivita’ investigative svolte; la sussistenza nell’ordinamento interno di strumenti processuali idonei a contestare quelle attivita’ invasive.

Gli avvocati Giordano e Mori contestano l’illegittimita’ convenzionale della normativa italiana in tema di perquisizioni e intercettazioni, partendo dalle numerose attivita’ di questo tipo subite da Contrada, condannato in Italia – con una sentenza definitiva – a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; sentenza poi dichiarata “ineseguibile” proprio dalla Cedu. I nuovi accertamenti su Contrada, estranei alle vicende di mafia per cui aveva riportato la condanna, erano stati disposti dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e dalla Procura generale di Palermo.

L’ex capo della Criminalpol della Sicilia Occidentale non era tra l’altro formalmente sottoposto a indagini preliminari. “Per la prima volta – dichiara l’avvocato Stefano Giordano – la Corte europea punta il dito contro quello che, non a torto, e’ stato definito come abuso delle intercettazioni e degli ‘atti a sorpresa’ da parte dell’autorita’ giudiziaria. Nel nostro ordinamento infatti, visto il sistema legislativo assolutamente lacunoso, chiunque puo’ esservi sottoposto, anche se non e’ mai stato lontanamente sospettato di avere commesso un reato. Ci auguriamo pertanto che la Corte, ultimo presidio di legalita’ internazionale, possa contribuire ad aprire una pagina nuova su questi istituti processuali. Questa battaglia non e’ solo a tutela di Contrada, uomo di Stato che ha subito pesanti vessazioni da parte di quello stesso Stato che ha servito; ma e’ a tutela della legalita’ e delle liberta’ individuali di tutti”.

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