Agrigento

Ex sindaco Sabella, intercettato in carcere, chiede di rintracciare ex deputato; nuova inchiesta su mafia e politica

Nuova udienza del processo che si celebra col rito ordinario davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento scaturito dalla maxi inchiesta antimafia “Montagna” che azzerò di fatto il nuovo mandamento mafioso in provincia di Agrigento. Se il filone che segue il rito abbreviato si è concluso negli scorsi mesi con una […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuova udienza del processo che si celebra col rito ordinario davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento scaturito dalla maxi inchiesta antimafia “Montagna” che azzerò di fatto il nuovo mandamento mafioso in provincia di Agrigento. Se il filone che segue il rito abbreviato si è concluso negli scorsi mesi con una trentina di condanne quello ordinario è nel bel mezzo del dibattimento. Figura principale di questa “tranche” del processo è indubbiamente l’ex sindaco di San Biagio Platani Santo Sabella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Prima dell’audizione
di due testimoni il sostituto procuratore della Dda di Palermo Alessia Sinatra,
che rappresenta l’accusa in aula, ha annunciato (anche se in realtà lo aveva fatto
nella precedente udienza) il deposito di otto nuove conversazioni intercettate
nel carcere Pagliarelli di Palermo tra Santo Sabella e alcuni suoi familiari.

In una di queste – nel febbraio 2018 – l’ex sindaco parla con i parenti chiedendo al fratello di rintracciare il numero di Marinello (di Marinello ex parlamentari la provincia di Agrigento ne conta più di uno) “che in qualche modo potrebbe arrivare a lui” spiegando che il 16 avrebbe avuto il Riesame.

L’intercettazione, si è scoperto solo in udienza, fa parte di un fascicolo d’inchiesta inedito che punta ai rapporti tra mafia e politica ed è gestito dalla Dda di Palermo come precisato in aula il Pm Alessia Sinatra.

L’udienza pomeridiana
di oggi ha visto la deposizione di due testi: si tratta di un imprenditore, che
ha riferito circa l’assunzione di un dipendente per alcuni lavori in paese, ma
soprattutto Rosalba Di Piazza, costituita parte civile nel procedimento tramite
l’avvocato Luigi Troja, nonché ex competitor di Santo Sabella nell’ultima
tornata elettorale in cui fu eletto proprio quest’ultimo.

Rosalba Di Piazza è un
fiume in piena: ripercorre, rispondendo alle domande delle parti, tutto l’iter
della campagna elettorale partendo dalla composizione delle liste fino alle
posizioni di ogni singolo candidato: “Avevo due consiglieri nella mia lista
(
Sabella e Monaco) che di fatto non hanno votato per me ma per il mio
avversario in una specie di patto trasversale che ho scoperto poi dai giornali
all’indomani dell’inchiesta”.
Di Piazza, attuale segretario cittadino del
Partito Democratico, ha anche ricordato quando l’ex sindaco la apostrofò su
Facebook con termini a dir poco volgari (circostanza questa che ha portato alla
condanna di Sabella in primo grado per diffamazione).

Sabella che, proprio
prima della fine dell’udienza, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee in
cui ha criticato di fatto quanto detto poco prima dalla parte civile spiegando
la propria storia politica, l’impegno e gli accordi politici di quel tempo. Il
filone col rito ordinario vede sul banco degli imputati sei persone: Santo
Sabella, Domenico Lombardo, 25 anni, di Favara, Salvatore Montalbano, 25 anni,
di Favara, Calogero Principato, 26 anni, di Agrigento, Giuseppe Scavetto, 49
anni, di Casteltermini e Antonio Scorsone, 53 anni di Favara.

Si torna in aula il
19 dicembre.

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