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“Inchiesta Last Bet”: sequestrati 10mln di euro a re dei videopoker

Sequestrati beni del valore di oltre 10 milioni di euro a uno dei piu’ importanti clan mafiosi di Messina, attivo nel settore del gioco e delle scommesse illegali. Nell’ambito dell’operazione ‘Last bet” i finanzieri del Comando provinciale hanno dato esecuzione, questa mattina, al provvedimento nei confronti di Domenico La Valle, 60 anni. La complessa attivita’ […]

Pubblicato 4 anni fa

Sequestrati beni del valore di oltre 10 milioni di euro a uno dei piu’ importanti clan mafiosi di Messina, attivo nel settore del gioco e delle scommesse illegali. Nell’ambito dell’operazione ‘Last bet” i finanzieri del Comando provinciale hanno dato esecuzione, questa mattina, al provvedimento nei confronti di Domenico La Valle, 60 anni. La complessa attivita’ investigativa – disposta dalla Direzione distrettuale antimafia peloritana – trae origine da approfondimenti del Gruppo investigazione criminalita’ organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina L’ imprenditore risultava tra gli elementi apicali di una strutturata cosca mafiosa, egemone nella zona sud di Messina, che puntava a imporre, anche con atti estorsivi, la propria posizione di monopolio nel settore dei giochi, da tempo di interesse delle mafie.

Diversi collaboratori di giustizia hanno attestato come l’imprenditore La Valle avesse, nel tempo, acquisito il ruolo di riferimento del clan Trovato nella gestione delle bische clandestine, in una prima fase, per poi evolversi nella distribuzione dei videopoker, in tempi successivi. Dopo la disgregazione dell’originaria cosca per via della carcerazione dei capi e del percorso di collaborazione con la giustizia intrapreso da altri, l’uomo d’affari ha assunto un controllo pressoche’ esclusivo delle attivita’ illegali, costituendone il punto di riferimento imprenditoriale e facendo da contraltare al ruolo operativo ricoperto dai fratelli Trivato. Sul punto, quindi, dopo circa due anni di indagini, nel febbraio 2018, poi confermata in appello a gennaio 2019, e’ intervenuta la sentenza di condanna a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, violenza privata, gioco d’azzardo, reati fiscali, usura e lesioni.Insomma, La Valle risultava figura di rilievo nel panorama mafioso cittadino, in grado, da un lato, di imporre la collocazione delle apparecchiature presso gli esercizi commerciali della zona, dall’altro di garantire agli esercenti accondiscendenti di poter godere della protezione mafiosa del clan. Una protezione anche mediante servizi di vigilanza e ronde notturni; alcuni titolari di sale giochi, vittime di furti, peraltro, anziche’ rivolgersi alle forze di polizia, dapprima hanno valutato la possibilita’ di rivolgersi a cosche catanesi, per poi decidere di richiedere l’intervento dell’organizzazione mafiosa riferibile al La Valle, autonomamente in grado di assicurare la restituzione delle somme rubate. Il ladro, redarguito, capiva come avesse sbagliato obiettivo: “Maledetto io, perche’ gli amici non si toccano e ora l’ho capito e non lo faro’ mai piu’! …”. Ma il controllo delle dinamiche criminali restituito dalle indagini e’ risultato ben piu’ ampio. Emblematico, al riguardo, e’ il caso del violento pestaggio di un cliente cinese ‘fortunato che si trovava a giocare nel momento in cui la macchinetta videopoker, manomessa con appositi software, avrebbe garantito una vincita non autorizzata dal gruppo mafioso e da La Valle, il quale aveva una significativa disponibilita’ di risorse finanziarie, a disposizione anche degli esponenti del clan, in assolvimento del suo ormai accertato ruolo di cassiere. L’imprenditore si era avvalso di fidati prestanome per sottrarre al sequestro diverse attivita’ economiche: societa’ di noleggio di apparecchi da gioco, sale giochi, un distributore di carburanti, una rivendita di generi di monopolio; documentati ulteriori investimenti immobiliari, intestati a propri familiari. Un impero ora sottoposto a sequestro.

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