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Inchiesta Vultur, chiesta revoca licenze: Rita Meli vuole essere sentita

Deporrà il prossimo 11 febbraio Rita Meli, figlia del boss di Camastra Rosario, nell’ambito del procedimento scaturito dalla richiesta del Questore di Agrigento di revocare alcune licenze commerciali della famiglia in seguito all’inchiesta Vultur.  In particolare la Questura chiede la decadenza delle licenze e delle autorizzazioni del tabacchino intestato alla moglie di Calogero Piombo, condannato […]

Pubblicato 4 anni fa

Deporrà il prossimo 11 febbraio Rita Meli, figlia del boss di Camastra Rosario, nell’ambito del procedimento scaturito dalla richiesta del Questore di Agrigento di revocare alcune licenze commerciali della famiglia in seguito all’inchiesta Vultur. 

In particolare la Questura chiede la decadenza delle licenze e delle autorizzazioni del tabacchino intestato alla moglie di Calogero Piombo, condannato in primo grado perché ritenuto il cassiere del clan, e la sospensione con nomina di un amministratore giudiziario per quanto riguarda l’attività di onoranze funebri riconducibili alla famiglia Meli. 

Parallelamente è in corso, davanti la quarta sezione penale,  il processo d’appello scaturito dall’inchiesta della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi.

 In primo grado il giudice Luisa Turco (a latere Vincenzo Ricotta e Rosanna Croce) condannò tutti gli imputati del processo: 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesi per il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piombo ritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anni in continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”.

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