Apertura

“Le mani della mafia su Torre Macauda”, indagati boss Di Gangi e imprenditori

Il boss di Sciacca Totò Di Gangi, secondo l'accusa, sarebbe tornato in possesso di Torre Macauda: indagati anche funzionari Unicredit e imprenditori

Pubblicato 3 anni fa

Dopo alterne vicende giudiziarie durate anni la famiglia mafiosa di Sciacca capeggiata dal boss detenuto Salvatore Di Gangi sarebbe tornata in possesso del lussuoso complesso turistico Torre Macauda nell’Agrigentino confiscato all’imprenditore Giuseppe Montalbano. Lo sospettano i magistrati della Dda di Palermo che oggi hanno disposto perquisizioni in una filiale della UniCredit di Palermo e notificato otto avvisi di garanzia tra gli altri a Di Gangi, al figlio Alessandro e a un funzionario dell’istituto di credito. L’indagine e’ condotta dal nucleo di polizia economico e finanziaria della guardia di finanza di Palermo e coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Francesca Dessi’. I reati ipotizzati sono di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e falso.

Nella complessa vicenda sono coinvolti anche due professionisti, Maurizio Lupo, 61 anni e Luigi Vantaggiato, 68 anni, l’imprenditore veneto Francesco Dona’ delle Rose, Anna Maria Lo Muzio, 67 anni, il funzionario di banca Vincenzo Coglitore, 61 anni, Francesco Corvelli, 66 anni. Le perquisizioni riguardano anche studi professionali e abitazioni degli indagati. Il boss Di Gangi, fedelissimo del capomafia Toto Riina, sarebbe riuscito a rimettere le mani su Torre Macauda attraverso una societa’ da lui controllata, la Liberta’ Immobiliare che gestisce il complesso turistico. La filiale di UniCredit, che in una procedura esecutiva relativa all’albergo era titolare di un credito, vendette alcuni lotti alla Liberta’ Immobiliare: secondo gli inquirenti pero’ la societa’, grazie alla complicita’ del funzionario di banca, avrebbe pagato solo parte degli 8 milioni corrispondenti al valore di acquisto dei lotti stessi. Da qui l’accusa di falso per Coglitore. All’operazione avrebbe partecipato delle Rose che avrebbe finanziato l’acquisto sapendo che dietro c’era Il boss Di Gangi. L’imprenditore risponde di concorso esterno in associazione mafiosa.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *