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Licata, spedizione punitiva per vendicare pestaggio del fratello: tutti assolti in Appello

Assolti per non avere commesso il fatto. La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Agrigento assolvendo tutti e quattro gli imputati condannati in primo grado.  La vicenda, che si era conclusa con un verdetto di condanna con pene dai 3 anni e 6 mesi ai 6 […]

Pubblicato 5 anni fa

Assolti per non avere commesso il fatto. La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Agrigento assolvendo tutti e quattro gli imputati condannati in primo grado. 

La vicenda, che si era conclusa con un verdetto di condanna con pene dai 3 anni e 6 mesi ai 6 anni e 8 mesi di reclusione, risale al 2017 ed è legata ad una spedizione punitiva nei confronti di Ciprian Prisacariu Costantinica un connazionale “sospettato” di aver pestato in precedenza il fratello di uno degli imputati. Costantinica fu legato, bendato e portati lontano da occhi indiscreti dove – secondo la ricostruzione – fu preso a colpi di spranga.  I medici dell’ospedale di Licata gli riscontrarono svariate lesioni ed ematomi e in un primo momento si riservarono sulla prognosi perché i traumi al cranio misero a rischio la sua stessa sopravvivenza.

Nel dicembre 2017 finirono in manette – con l’accusa di tentato omicidio – quattro rumeni residenti nell’agrigentino, oggi tutti assolti dalla Corte d’Appello: si tratta di Joan Mindirigiu, 39 anni residente a Ravanusa, difeso dall’avvocato Angela Porcello; Gheorghe Bodgan Tanase, 22enne residente a Licata, difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna; Alin Dragos Rauta,30 anni residente a Licata, e  Iosif Dobrea, 39 anni residente a Grotte, entrambi difesi dall’avvocato Luigia Di Fede. 

Lo scorso anno il gup del Tribunale di Agrigento aveva riqualificato il reato da tentato omicidio a lesioni gravissime condannando tutti gli imputati: 6 anni e 8 mesi per Mindirigiu mentre 3 anni e 6 mesi per i restanti tre. L’inchiesta fu condotta dal pm Paola Vetro che aveva chiesto condanne più alte. Ieri la Corte d’Appello ha assolto tutti.

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