Licata

Raggiravano persone on-line, gente truffata in aula: “Volevano acconto e sparivano”

C’è il pensionato di Cammarata, il lavoratore di Petralia Sottana e perfino l’anziana di Agrigento. Sono soltanto tre degli oltre trenta truffati caduti nel raggiro di una “banda” di soggetti, tutti originari di Licata, finiti a processo in seguito all’operazione Pacchi.it, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e della Compagnia di Licata nel […]

Pubblicato 4 anni fa

C’è il pensionato di Cammarata, il lavoratore di Petralia Sottana e perfino l’anziana di Agrigento. Sono soltanto tre degli oltre trenta truffati caduti nel raggiro di una “banda” di soggetti, tutti originari di Licata, finiti a processo in seguito all’operazione Pacchi.it, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e della Compagnia di Licata nel 2016, che avrebbe portato alla luce una raffica di truffe messe a segno su un noto portale online di vendite.

Dopo alcuni rinvii il processo è entrato nel vivo del dibattimento questa mattina con le audizioni delle prime “vittime” delle truffe: il modus operandi era sempre lo stesso. Mettevano annunci perlopiù di mezzi di trasporto online con un prezzo accattivante e, quando le vittime abboccavano, si chiedeva loro un immediato anticipo di piccole somme: dalle 60€, come raccontato in aula dal primo testimone, fino a 700€ versate in tre tranche da una sfortunata anziana che, come ha riferito, ha atteso cinque ore ad un fantomatico appuntamento fissato per avere il mezzo acquistato. Ovviamente a quell’incontro, così come in tutti gli altri, non si presentò nessuno. 

Al termine dell’udienza c’è spazio anche per qualche momento di ilarità. L’ultimo teste citato si siede davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara con a latere i giudici Giuseppe Miceli e Micaela Raimondo, a dire il vero un po’ spaesato. Dopo le prime domande rivolte nei suoi confronti a cui (giustamente) non sapeva rispondere si è risolto il mistero: quello seduto davanti i giudici era un omonimo del teste reale. 

Sul banco degli imputati siedono: Samanta Cicatello, 29 anni, Daniela Giannone, 41 anni, Antonina Parroco, 41 anni, Alessandro Bianchi, 26 anni, Cristoforo Famà, 34 anni, Giuseppe Romano, 24 anni, Angelo Trupia, 47 anni. L’accusa è sostenuta dal pm Cecilia Baravelli. Si torna in aula il 15 gennaio.

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