Cambiano e Adorno (M5S): “La salute non può essere terreno di equilibri politici”
Lo dichiarano Angelo Cambiano e Lidia Adorno, parlamentari componenti della I Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana
“È con profondo senso di responsabilità che abbiamo ritenuto doveroso intervenire sulla possibile nomina del dott. Alberto Firenze alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo”, dichiarano Angelo Cambiano e Lidia Adorno, parlamentari componenti della I Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana, autori della lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione, all’Assessore alla Salute e al Presidente della I Commissione ARS. “La seduta della Prima Commissione, chiamata ad affrontare la questione della nomina del nuovo Direttore Generale dell’ASP di Palermo, è venuta meno per assenza del numero legale. Questo non può essere liquidato come un semplice incidente procedurale, ma rappresenta un chiaro segnale politico della delicatezza della decisione da assumere e del clima di incertezza che avvolge l’intera vicenda”.
I due parlamentari evidenziano che la nomina di Alberto Firenze “solleva più di una legittima perplessità, soprattutto alla luce della complessità e delle dimensioni di un Ente che rappresenta una delle realtà sanitarie più articolate e impegnative dell’intera regione”. “Non si tratta di mettere in dubbio la competenza professionale del dott. Firenze – scrivono Cambiano e Adorno – ma di comprendere se la sua esperienza, maturata prevalentemente in ambito ospedaliero e accademico, sia adeguata a un incarico che implica una visione territoriale ampia, un dialogo costante con i sindaci, con il terzo settore, con i distretti e con i cittadini: in buona sostanza, una dimensione manageriale a tutto tondo”.
Nel documento viene ricordato che l’ASP di Palermo “non è una struttura qualunque”: “Copre un territorio di 82 comuni con oltre 1,2 milioni di abitanti, gestisce un bilancio di 2,5 miliardi di euro, con oltre 5.200 dipendenti e una rete articolata di presidi sanitari: 6 ospedali, 46 ambulatori, 36 Case di Comunità, 12 Centrali Operative Territoriali e 10 Ospedali di Comunità”. Un’organizzazione di tali dimensioni “richiede una direzione caratterizzata da forti competenze manageriali, capacità di programmazione e visione strategica”, sottolineano i parlamentari, aggiungendo che le sfide future – come l’attuazione del DM 77/2022, lo sviluppo della telemedicina e l’attuazione del PNRR – “richiedono un profilo dirigenziale abituato alla complessità organizzativa e all’integrazione socio-sanitaria, non solo all’amministrazione di strutture ospedaliere”.
“Nell’analisi del profilo curriculare in questione – prosegue la lettera – non pare possa riscontrarsi la necessaria esperienza gestionale e strategica di direzione di strutture complesse distrettuali, dipartimentali o di grandi servizi territoriali. Non risulta inoltre alcuna esperienza nella gestione dell’integrazione ospedale-territorio e dei servizi socioassistenziali territoriali”. I firmatari evidenziano anche la preoccupazione per le logiche che hanno accompagnato il percorso di designazione: “Ciò che più temiamo è che la difficoltà nel convergere su un nome e i tempi con cui si è arrivati alla designazione nascondano, più che una valutazione esclusivamente tecnica, una scelta di natura squisitamente politica, frutto di un equilibrio interno alla maggioranza regionale e delle logiche di spartizione che da tempo condizionano la gestione delle nomine sanitarie in Sicilia”.
La conclusione è un appello alla responsabilità politica e istituzionale: “La politica ha il dovere di fare delle scelte, ma quando si parla di salute non ci si può permettere che quelle assunte rispondano a logiche di mera compensazione politica”.


