Agrigento

Le stelle e i sassolini pentastellati di Agrigento

Secondo i vostri regolamenti lei è l’unica abilitata alla comunicazione. “Si, è proprio così”. Come si sta preparando il Movimento per affrontare questa campagna elettorale? “Diciamo che capita in tutta Italia, ci sono dei problemi che riguardano gli attivisti. Nel momento in cui il Movimento ha preso piede, ci sono stati degli innesti, diciamo così […]

Pubblicato 4 anni fa

Secondo i vostri regolamenti lei è l’unica abilitata alla comunicazione.

“Si, è proprio così”.

Come si sta preparando il Movimento per affrontare questa campagna elettorale?

“Diciamo che capita in tutta Italia, ci sono dei problemi che riguardano gli attivisti. Nel momento in cui il Movimento ha preso piede, ci sono stati degli innesti, diciamo così di provenienti da altri partiti. C’è  un po’ di confusione  e del resto si è capito con la dichiarazione di Di Maio durante i discorso delle dimissioni, dei nemici all’interno del Movimento, tutto quello che c’è a Roma lo abbiamo qui in miniatura”.

Nomi di candidati?

“Ho letto qualcosa sui giornali. Ma il problema è stato che alla richiesta di candidarsi agli attivisti che erano disposti a farlo e anche a me è stato richiesto, non c’è stato un incontro Poi è spuntato questo annuncio che ho  letto sui giornali”.

Una domanda sorgerebbe spontanea: ma il Movimento ha avuto tutto il tempo per allevarsi, diciamo così, una serie di nomi, come mai fa uscire questo nome dal buio, senza che si sappia politicamente granchè.

“Bisognerebbe dirlo a chi ha fatto uscire questo nome. Per quanto mi riguarda ho portato avanti dimostrando come bisognerebbe comportarsi nel Movimento e sono stata collaborata da un buon gruppo. Nelle primarie è stato suggerito da Rousseau che i candidati avrebbero dovuto compilare un modulo che io ho compilato per poi partecipare a una convocazione della durata  di tre ore. Per ragioni familiari non ho potuto partecipare a questo colloquio annunciato insieme a tre ore di formazione. Ci sarà comunque una nuova convocazione e in più dall’altro giorno ci sono pure i facilitatori regionali  facenti parte di una struttura che è stata creata e avente il compito di vagliare le  liste”.

Come sappiamo l’onestà non basta ci vuole pure competenza.

“L’onestà puzza qui da noi”.

Ma sorprende, ripeto, questo ritardo nel comunicare alla città  un nome riconoscibile.  Come spiegarlo ai nostri lettori?

“Diciamo che l’ingresso in Movimento di opportunisti e cose del genere ha creato delle situazioni in cui determinate persone compiono delle vere persecuzioni. Anche io ne sono stata oggetto attraverso falsità, millantando cose che non si potevano fare oppure fermare atti illeciti che si dovevano fare”.

Quindi Di Maio aveva ragione nell’evocare un fuoco amico e a togliersi i sassolini. E’ piuttosto triste constatarlo, sia su scala nazionale sia in miniatura qui ad Agrigento.

“Lascia amareggiati perchè ci sono state persone qui da noi che avrebbero brindato alle mie dimissioni da consigliere comunale, c’è un clima di odio feroce coltivato da un paio di persone  e che si cerca di inoculare ad altri”. 

Ma anche da voi ci sono i probiviri che potrebbero assicurare correttezza.

“Non fanno granchè”.

Ma un deputato come Sodano che conosce bene la città anche se ancora dovremmo vederlo un bel programma “rivoluzionato” per la nostra città, interviene o prende coscienza di quanto accade?

“C’è dell’altro. Quando ho chiesto la sfiducia al sindaco e organizzato i banchetti a Porta di Ponte, c’era gente che mandava via le persone, non le faceva avvicinare, un giovane addirittura si è messo ad urlare contro di noi, un clima quasi intimidatorio”.

Ma il Movimento e la deputazione non hanno mai pensato di chiedere una perizia sul bilancio  sospeso tra assessore Amico e commercialista calabrese? Le perplessità sono state molto diffuse.

“In Consiglio comunale ho fatto richiesta di partecipazione a tutti i consiglieri comunali per una perizia sui conti”.

Che risposte ha ricevuto?

“Spedirò il documento via Pec alla presidenza del Consiglio comunale  e nella prossima seduta vedremo chi lo voterà e si vorrà intestare questa battaglia”.

Ma dalla deputazione pochi segnali, salvo quello di una manifesta non belligeranza alla attuale amministrazione. In sottotraccia un possibile  inciucio elettorale?

“Non sono io stampella né lo voglio essere per Firetto, sono pronta al confronto con tutti gli attivisti, non so cosa potrà succedere però da parte mia andrò fino in fondo, della verità non ho paura. Il sangue altrui non ho intenzione di coprirlo. Spero in una generazione di agrigentini che apra di più gli occhi e non si accodi all’onorevole di turno. Purtroppo dobbiamo raccontarci ancora l’episodio accaduto in un paese limitrofo dove un consigliere eletto con i 5stelle qualche ora prima del giuramento è passato ad altro partito”.

Ritorniamo ancora a Di Maio, un Movimento che non riesce o non vuole diventare partito a tutti gli effetti. Il compito per esempio dei probiviri mi pare poco attivo.

“Per tutta Italia i probiviri sono tre”.

Addirittura solo tre. Clamoroso.

“Ma questo è risaputo. Hanno tantissimi procedimenti e di solito si occupano di casi eclatanti e di maggiore impatto come quello di Paragone”.

Quindi qui da voi possono entrare probabili sabotatori, terroristi, mafiosi, senza alcun filtro di accettazione e verifica.

“Da facebook ai partiti dovunque ci sono gli avvelenatori di pozzi che ostacolano la crescita e si infiltrano. Il nuovo spesso non è nuovo, la copertina è patinata ma le pagine sono marce. Ci sono giovani che sono più marci dei vecchi”.

Forse mi sta suggerendo che all’interno  di questo mondo anche pentastellato sarebbe opportuna una indagine giornalistica più approfondita?

“C’è da fare, da chiedersi chi siamo, dove vogliamo andare, se abbiamo imbarcato le persone giuste, se vogliamo togliere di mezzo qualcuno che magari può dare fastidio per ulteriori passi avanti”.

Come al solito tutto cammina sulle gambe degli uomini, ma se le gambe sono queste tutto traballa, al movimento occorre più rigore al  suo interno.

“E’ difficile guardare dentro le persone, occorre testimonianza chiara e trasparenza. Un tempo c’erano le scuole di partito che formavano”.

Di Maio a Roma si è tolto la cravatta e i sassolini dalle scarpe. Lei con questa intervista se ne è tolta parecchi di sassolini.

“E me ne dovrò togliere ancora”.

Ci sarà bisogno di un controcampo su quanto abbiamo detto

“Ben venga, io dirò quel che dovrò dire. Per chiarezza perché le persone devono sapere chi si trova davanti e chi si troverà davanti allorchè andrà a votare”.

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