Politica

Sicilia sotto pressione per i dazi USA, Conflavoro: “A rischio 1.500 posti di lavoro”

Il vice presidente nazionale di Conflavoro e segretario regionale: “Colpiti soprattutto agroalimentare e logistica. Serve un piano straordinario per salvare l’economia”

Pubblicato 3 ore fa

La Sicilia rischia di pagare un prezzo salato nella nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Secondo le stime del Centro Studi di Conflavoro, i dazi al 15% imposti dagli USA potrebbero causare alla regione una perdita economica di circa 480 milioni di euro, con 1.500 posti di lavoro a rischio, colpendo duramente settori chiave come agroalimentare, logistica e vino. Giuseppe Pullara, vice presidente nazionale di Conflavoro e segretario regionale della Sicilia, dichiara: “La Sicilia non può permettersi di subire passivamente questo impatto. I nostri produttori di vino, le aziende agroalimentari e le imprese logistiche sono il cuore pulsante dell’economia isolana. Serve un piano straordinario per tutelare le esportazioni e garantire continuità occupazionale”. Pullara si unisce alla richiesta del presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco, che chiede al governo nazionale di attivare subito un corridoio economico per le regioni più esposte e di destinare parte dei fondi PNRR alla salvaguardia delle filiere siciliane.

 Settori più colpiti in Sicilia: agroalimentare, esportazioni verso gli USA penalizzate, con rischio di contrazione della produzione locale; logistica, aumento dei costi e riduzione dei volumi commerciali; vino, uno dei simboli del made in Sicily, minacciato da barriere tariffarie e svalutazione del dollaro.

Oltre ai danni diretti, si stimano ripercussioni sul welfare regionale e sulla tenuta sociale. Le imprese siciliane, già provate da anni di difficoltà strutturali, si trovano ora davanti a una sfida che potrebbe compromettere la loro competitività globale.

Pullara conclude con un appello alle istituzioni: “La Sicilia ha bisogno di essere ascoltata. Non possiamo restare ai margini di una trattativa internazionale che ci riguarda da vicino. È il momento di agire, con misure concrete e tempestive.”

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