Politica

Turismo, Catanzaro: “Nel 2024 Agrigento unica provincia in calo, non bastano i titoli”

Lo afferma oggi Michele Catanzaro, Capogruppo all'Ars del Partito Democratico, facendo seguito al calo del 9,6% nelle presenze turistiche in provincia di Agrigento nel 2024

Pubblicato 1 ora fa

“I dati diffusi dall’Osservatorio turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana relativamente al 2024 confermano come oltre agli eventi ed alla propaganda, occorre una efficace strategia per migliorare i servizi essenziali”.

Lo afferma oggi Michele Catanzaro, Capogruppo all’Ars del Partito Democratico, facendo seguito al calo del 9,6% nelle presenze turistiche in provincia di Agrigento nel 2024 diffuso dall’Osservatorio turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, a fronte di un modesto incremento dell’1,4% negli arrivi. L’allarme è stato lanciato da Federalberghi ed indica come per il 2025, nonostante il titolo di Capitale della Cultura, il territorio provinciale potrebbe non avere raccolto questa grande opportunità di crescita economica e sociale.

“Il trend negativo a livello regionale riguarda solo Agrigento – dice Catanzaro – ed è un dato che deve fare riflettere il governo regionale, troppo concentrato da anni nel finanziare eventi in luoghi di grande interesse artistico e naturalistico, trascurando di fatto le vere motivazioni che portano i visitatori a non soggiornare per molto tempo nelle strutture turistiche presenti in provincia. I problemi infrastrutturali e la carenza del servizio idrico rischiano di compromettere le grandi potenzialità della provincia di Agrigento – continua Catanzaro – ed a ciò si aggiunge una programmazione insufficiente dopo la proclamazione di Capitale Italiana della Cultura 2025. Il governo Schifani – conclude – avvii un’analisi seria sulle criticità strutturali che da anni limitano il pieno potenziale del turismo regionale e vada al di là del pur importante bando riservato alle aziende, puntando alla gestione delle risorse idriche, alla viabilità interna e alla mancanza di una strategia integrata per l’accoglienza e la mobilità”.

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