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Adriano Vetro da Favara: storia di un uomo invisibile

Chi è l'assassino del cardiologo Gaetano Alaimo: un uomo senza volto, senza storia e senza nome.

Pubblicato 1 anno fa

Un uomo senza storia, senza volto e senza nome. Quasi invisibile.

Incensurato e con un passato e presente di collaboratore scolastico a Caltanissetta , viveva con gli anziani genitori in una casa rurale in fondo al paese.

A Favara se lo ricordano in pochi e chi se lo ricorda appena saputo del fattaccio trasecola e non ci crede: “Si vede che il mondo è cambiato”, afferma un favarese che di Adriano Vetro, 47 anni, conserva pregresso e non radicato ricordo. Un altro suo concittadino non usa mezzi termini: “Si faciva i fatti so, mai un disturbo, sempre riservato e gentile”.

Già: riservato e gentile.

Descrizione che non coincide con quanto emerge dalle prime investigazioni tese a far luce sull’orrendo delittazzo di Favara che ha avuto per vittima Gaetano Alaimo, cardiologo parecchio apprezzato non solo a Favara.

Un delitto che non avrebbe un movente serio se non l’improvvisa follia dell’uomo, attualmente in stato di fermo e sotto interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Favara.

Un movente tutto da decifrare ma che comincia a far capolino, se coniugato con l’unica plausibile concausa adesso immaginabile che è appunto l’improvvisa follia.

Vetro era molto preoccupato perché rischiava di non aver rinnovata la patente di guida. Soffriva di una malformazione cardiaca e da tempo si era affidato alle cure proprio del dottor Alaimo che, valutate le condizioni di salute generali del suo paziente, aveva pronunciato un fermo no alla possibilità di un intervento chirurgico, come sollecitato proprio da Vetro che in questo modo avrebbe superato l’ostacolo del mancato rinnovo della permesso di guida.

Il presunto assassino due giorni fa era stato ricevuto dal suo cardiologo ed aveva nuovamente discusso dell’intervento che voleva fare a tutti i costi e che Gaetano Alaimo sconsigliava con forza.

Oggi, si è consumata la tragedia.

Vetro armatosi di tutto punto con una pistola calibro 7,65 risultata rubata alle 15 si è recato al Poliambulatorio di via Bassanesi senza appuntamento. L’uomo, prima ancora che la struttura venisse aperta al pubblico, appena ha scorto il cardiologo ha sparato un colpo che si è conficcato al torace provocandone la morte immediata.

Poi, la fuga che manco fuga è stata: Adriano Vetro è tornato a casa, dove abitava con gli anziani genitori ed ha aspettato. Non si è disfatto nemmeno dell’arma che al momento dell’arrivo dei carabinieri (che l’hanno sequestrata) aveva un colpo in canna.

Il dopo cattura è storia vista e rivista nella Favara in questi anni con il consueto rituale di dolore e morte: l’arrivo delle forze dell’ordine, dei pubblici ministeri che coordinano le indagini, il medico legale, la folla di curiosi che stazionava davanti il cancello del Poliambulatorio.

Una sola variante, questa volta, al copione del dopo omicidio: l’aggressione di giornalisti e video-operatori quasi al termine di una giornata davvero triste. Sono saltati i nervi ai familiari della vittima vinti dal dolore. Comprensibile il cedimento nervoso men che meno il ricorso alla violenza.

Adriano Vetro, mentre scriviamo è ancora lì, fermato, in caserma.

I carabinieri del comandante provinciale col. Vittorio Stingo, con il ten. col. Vincenzo Bulla e il maggiore Marco La Rovere, stanno cercando – coordinati dai pubblici ministeri (il procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella e il sostituto Eliana Manno) – di chiudere definitivamente questa tristissima partita.

Gli accertamenti peritali e, probabilmente, le dichiarazioni dell’uomo (se supererà il profondo stato confusionale in atto) dovrebbero fornire quelle certezze che porteranno, più tardi, il presunto assassino nel carcere di contrada Petrusa in attesa dell’ultimo consunto rituale dell’interrogatorio di garanzia. E in questa circostanza Vetro, assistito dall’avvocato Santo Lucia, dovrà spiegare bene perché ha ucciso e perché un uomo senza storia, senza volto e senza nome girava armato come se nulla fosse.

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