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Inchiesta Vultur sullo scioglimento di Camastra: Tar commissaria Prefettura

Il Tribunale amministrativo regionale ha commissariato la Prefettura di Agrigento nominando il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri commissario. E’ quanto emerso dal dispositivo di sentenza del Tar relativa ad una “costola” dell’inchiesta Vultur che ha portato allo scioglimento per mafia del Comune di Camastra guidato dall’allora sindaco Angelo Cascià.  Quest’ultimo aveva presentato […]

Pubblicato 6 anni fa

Il Tribunale amministrativo regionale ha commissariato la Prefettura di Agrigento nominando il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri commissario. E’ quanto emerso dal dispositivo di sentenza del Tar relativa ad una “costola” dell’inchiesta Vultur che ha portato allo scioglimento per mafia del Comune di Camastra guidato dall’allora sindaco Angelo Cascià. 

Quest’ultimo aveva presentato istanza di accesso agli atti che hanno portato allo scioglimento del comune da lui guidato per esercitare il proprio diritto alla difesa ma la Prefettura di Agrigento non aveva dato seguito a tale richiesta. Era stata così presentata una ulteriore istanza che trovava riscontro sia al Tar che in seguito anche al Cga in cui si ordinava alla Prefettura di Agrigento l’esibizione di tutta la documentazione. All’ennesimo diniego l’ex sindaco, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Rosario De Marco, presentò un nuovo ricorso chiedendo questa volta anche i “danni” per la “violazione o inosservanza dell’esecuzione” quantificati oggi in 200 euro per ogni mese di ritardo per un totale di 1500 euro. 

La sentenza del Tar è stata anche acquisita dalla procura della Corte dei Conti per le valutazioni del caso e, intanto, è stato nominato il segretario generale della presidenza del consiglio quale commissario “ad acta”. 

Angelo Cascià era sindaco di Camastra quando l’inchiesta giudiziaria Vultur “travolse” il piccolo comune dell’agrigentino avanzando l’ipotesi di eventuali ingerenze della famiglia mafiosa locale guidata dal boss Rosario Meli. Questa circostanza, nel processo penale di primo grado conclusasi con la condanna di tutti gli imputati, era però stata esclusa dalla sentenza affermando non ci fosse stata alcuna ingerenza. 

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Grandangolo Settimanale N. 40 - pagina 1

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