La tromba di Hermon Mehari apre l’Arcosoli jazz
L'artista e la sua band hanno offerto agli aficionados del jazz una cascata di sonorità e di ricordi che rimbalzavano da Miles Davis a Chet Baker a Louis Armstrong.
Non si sbagliava il direttore del Parco, Roberto Sciarratta, allorchè nel segnalare alla stampa il programma di Arcosoli jazz si diceva sicuro di “poter offrire ai visitatori una offerta musicale di alto livello”. Alla fine del concerto di Hermon Mehari ieri sera, Sciarratta si è detto “sorpreso” dall’enorme dispiegamento di stile di questo trombettista eritreo che con la sua band composta da Peter Schlamb – piano, Luca Fattorini – contrabasso Zach Morrow – batteria, ha offerto agli aficionados del jazz una cascata di sonorità e di ricordi che rimbalzavano da Miles Davis a Chet Baker a Louis Armstrong.
E soprattutto con la considerazione di quanto il jazz importato sempre dall’Africa continui a sfornare artisti ed emozionare l’occidente che su certi versanti musicali ha ben poco da dire. Probabilmente Mehari che ha tenuto concerti a Vienna, Parigi, Palermo e Taormina diventerà (e per noi lo è già) una piccola icona del jazz e stranamente lo ha dimostrato alla fine del concerto quando il pubblico gli chiede il bis e lui sfoderando le note di quello che sembra inizialmente “un silenzio militare d’ordinanza” ci coinvolge in un andante, quasi uno slow, pieno di delicatezza ed eleganza . Lui non dice il titolo del brano come aveva fatto, tra l’altro, con la sua “Asmara” e “Tatiana” e francamente non serviva saperlo agli spettatori inchiodati sulle sedie da quell’armonia che alla fine li fa esplodere in un applauso travolgente. Mehari si schermisce e preferisce indicare i nomi dei componenti la sua band di origine statunitense e italiana. Lui è l’africano, l’eritreo che forse sarà arrivato su uno dei soliti barconi dei dannati della terra, che ha imparato la lezione dei predecessori trombettisti, e se questa è la elaborazione e l’insegnamento appreso il mondo del jazz può benissimo annoverarlo tra i grandi per la sua intensità e autenticità. Anche lui salvato dalla musica, da quella musica che almeno per una sera ci riconcilia col mondo e con noi stessi. Per la cronaca il prossimo concerto di Gianni Cazzola Quartet in calendario per il 3 agosto sarà anticipato al 31 luglio.
Foto di Diego Romeo