Mafia

Mafia, l’omicidio dell’imprenditore agrigentino Passafiume: processo agli sgoccioli 

Il 19 luglio, a quasi trent'anni dall’omicidio, i giudici emetteranno la sentenza

Pubblicato 2 anni fa

Battute finali del processo a carico di Filippo Sciara, ergastolano già affiliato alla “famiglia” mafiosa di Siculiana, accusato dell’omicidio dell’imprenditore di Cianciana Diego Passafiume. Un vero e proprio cold case risolto a distanza di ventiquattro anni grazie al riconoscimento di alcune foto dei parenti della vittima presenti all’agguato e altri indizi raccolti nel tempo. Ieri mattina, davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, si è celebrata una delle ultime udienze. Il prossimo 12 luglio il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessia Sinatra, procederà con la requisitoria. Poi sarà la volta delle arringhe difensive e delle discussioni degli avvocati della parte civile. Il 19 luglio, a quasi trent’anni dall’omicidio, i giudici emetteranno la sentenza.

Nel processo i familiari di Passafiume, il comune di Cianciana e l’associazione “ Cittadini contro le mafie” si sono costituiti parte civile nel processo rappresentati dagli avvocati Danilo Giracello e Daniela La Novara. Il boss di Siculiana, difeso dall’avvocato Carmelo Terranova, ha sempre negato il coinvolgimento nell’omicidio. Diego Passafiume, onesto imprenditore 41enne nel settore del movimento terra, fu ucciso mentre era alla guida della propria auto, raggiunta da alcune fucilate, sparategli da un ignoto, che si era subito dileguato con altri complici, a bordo di un’autovettura. Durante le immediate ricerche, i Carabinieri ritrovarono, in fiamme, l’auto utilizzata dai killer. L’autopsia confermò che l’imprenditore era stato colpito da tre fucilate, di cui una in pieno volto.

Le indagini, sin da subito, si mostrarono alquanto difficili. Venne privilegiata la pista che portava ai sub appalti, settore in cui risultava ben inserito il Passafiume. La vera e propria svolta nelle indagini si è avuta nel Luglio del 2017, allorquando i militari dell’Arma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno acquisito determinanti indizi di colpevolezza nei confronti di un individuo, sospettato di essere l’esecutore materiale del brutale omicidio. In particolare, grazie ad alcuni album fotografici esibiti ad alcuni parenti della vittima, che all’epoca avevano assistito alla tragica scena del delitto, i Carabinieri hanno stretto il cerchio dei loro sospetti nei confronti di Filippo Sciara.

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