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Montallegro, sequestrato nuovamente il parcheggio di Bovo Marina (ft e vd)

La guardia costiera di Porto Empedocle e la polizia municipale di Montallegro, su disposizione della procura della Repubblica di Agrigento, oggi a Bovo Marina hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo su un’area demaniale di oltre 5.000 metri quadri che fino all’anno scorso era stata adibita a parcheggio per i bagnanti. L’area era […]

Pubblicato 4 anni fa

La guardia costiera di Porto Empedocle e la polizia municipale di Montallegro, su disposizione della procura della Repubblica di Agrigento, oggi a Bovo Marina hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo su un’area demaniale di oltre 5.000 metri quadri che fino all’anno scorso era stata adibita a parcheggio per i bagnanti.

L’area era stata già sequestrata lo scorso giugno e poi dissequestrata a luglio dal tribunale di Agrigento che aveva accolto l’istanza di riesame degli avvocati Teodoro Caldarone e Giovanni Hamel, che assistono i fratelli Antonio, Giuseppe, Vincenzo e Leonardo Manzone indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica di Agrigento per invasione di terreni ed occupazione di terreni appartenenti al demanio marittimo. La Corte di Cassazione, nei giorni scorsi, accogliendo il ricorso del pm di Agrigento Gloria Andreoli, ha annullato il dissequestro e quindi oggi sono stati apposti nuovamente i sigilli.

Secondo le accuse, gli indagati “avevano occupato abusivamente l’area appartenente al Demanio dello Stato e la avevano adibita a parcheggio per i bagnanti”. L’indagine è partita nel giugno del 2018. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sarebbero emerse subito “macroscopiche anomalie”, “illegittimi frazionamenti” e “illegittime intestazioni catastali”. In pratica gli indagati avrebbero acquisito illegittimamente per usucapione dei terreni del Demanio marittimo. L’inchiesta riguarda anche altri terreni vicini.

La tutela dell’ambiente rappresenta uno dei principali obiettivi della Procura della Repubblica. In questo primo scorcio di indagine abbiamo accertato che, negli anni scorsi, c’è stata un’ampia complicità della pubblica amministrazione che ha rilasciato della documentazione illegittima che dimostrava dei titoli di proprietà che, in realtà, non esistevano”, aveva detto il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, illustrando lo scorso giugno in conferenza stampa i retroscena dell’inchiesta.
“Abbiamo ripristinato la legalità e restituito alla gente un’area che le apparteneva”, aveva detto l’ex comandante dell’Unione dei Comuni di Bovo Marina, Eraclea Minoa e Torre Salsa Pasquale Campisi.

Montallegro, sequestrato nuovamente il parcheggio di Bovo Marina

“Le indagini – aveva spiegato il pm Gloria Andreoli – sono durate un anno, nel corso del quale sono stati esaminati numerosi documenti. L’area dove è stato allestito il posteggio era inalienabile e inespropriabile perchè di proprietà del demanio, i privati se ne sono appropriati in maniera indebita”.
“L’indagine documentale che ha accertato la falsità della proprietà privata
– aveva detto il comandante della Capitaneria di porto Gennaro Fusco – è stata molto complessa”.

In merito alla vicenda sono intervenuti i proprietari del parcheggio, i fratelli Manzone, con una nota stampa: “E’ ancora lontana la conclusione della vicenda che riguarda il sequestro del terreno adibito a parcheggio nella località di Bovo Marina a Montallegro. Infatti i fratelli Manzone, proprietari del terreno dagli inizi del secolo scorso, hanno subito un nuovo sequestro. Dopo l’annullamento da parte del Riesame, in seguito al ricorso in Cassazione della Procura, si procedeva all’annullamento dell’ordinanza per una norma che riporta la questione sul piano civile che nulla ha a che vedere dal punto di vista penale. Ancora una volta, pertanto, i fratelli Manzone sono stati costretti a rivolgersi alla Corte di Cassazione alla quale hanno presentato ricorso chiedendo di annullare la nuova ordinanza. In tutto ciò – prosegue la nota – i fratelli Manzone confermano la loro fiducia nella giustizia e sono sicuri che alla fine la vicenda verrà chiarita con il riconoscimento della legittimità della loro proprietà e soprattutto della loro correttezza del loro operato. 

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