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Raffadali, poliziotto accusato dell’omicidio del figlio: il racconto dei carabinieri

E’ accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione

Pubblicato 2 anni fa

Prosegue il processo, che si celebra davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, a carico di Gaetano Rampello, 57enne poliziotto di Raffadali, per l’omicidio del figlio Gabriele Vincenzo, ucciso lo scorso febbraio con diversi colpi di arma da fuoco in piazza Progresso. E’ accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

In aula, chiamato a deporre dal sostituto procuratore Elenia Manno, uno dei carabinieri che si è occupato delle indagini: “Abbiamo visto la scena dalle telecamere. Padre e figlio hanno parlato per qualche minuto, poi si sono incamminati e il genitore, incappucciato e con una mascherina anticovid, ha estratto la pistola sparandogli alle spalle. Dopo il primo colpo ha scaricato sulla vittima tutto il caricatore”.

Nelle scorse udienze era stata sentita anche la madre della vittima e, poco dopo, un altro testimone che lavorava nell’istituto bancario nei pressi della scena del delitto.  Nel processo si sono costituiti parte civile, rappresentati dagli avvocati Pietro Maragliano, Tatiana Pletto e Alberto Agiato, alcuni familiari della vittima: la nonna Francesca, lo zio Giuseppe e la madre Maria. Gli inquirenti contestano a Rampello, difeso dall’avvocato Daniela Posante, l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito contro un discendente.

Si torna in aula il 2 dicembre per sentire altri testimoni dell’accusa.

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