Cultura

Si ricorda Leonardo Sciascia nella sua casa della “Noce”

La consuetudine di ricordare Sciascia in contrada Noce si è ripetuta anche quest’anno.

Pubblicato 2 anni fa

Prima il trentennale, poi il centenario, il ricordo di Leonardo Sciascia continua a rimanere solido e riconoscente nella memoria di tutti.

La consuetudine di ricordare Sciascia in contrada Noce nella sua casa di campagna che fu iniziata tre anni fa dall’assessore alla cultura di Racalmuto Enzo Sardo si è ripetuta anche quest’anno. 

Cittadini comuni e convenuti illustri si sono avvicendati anche l’altra sera nel piccolo spiazzo accanto alla casa con la singolare partecipazione di una violinista appena quindicenne, Sofia Catalano, nipote dello scrittore di Racalmuto che, insieme ad un’altra giovanissima concertista Valentina Comis, hanno inframezzato la lettura di brani sciasciani con le loro esecuzioni classiche e moderne.

Letture scelte da Vito Catalano, scrittore e nipote di Sciascia (e interpretate da Gaia Sciascia, dalle prof. Maria Mulè e Adele Troisi) ci hanno fatto conoscere uno Sciascia casalingo attento a raccontare le movenze e i “sentimenti” di cani e gatti, lo splendore campestre di questa contrada Noce racalmutese insieme a battute rivelatrici dal suo libro “Candido, ovvero di un sogno nato in Sicilia”.

Quest’anno oltre al sindaco di Racalmuto, Vincenzo Maniglia, era presente una delle due figlie di Sciascia, Annamaria e il coniuge Nino Catalano, Matteo Collura, massimo biografo di Sciascia e altri amici e letterati che nell’autore delle “Parrocchie di Regalpetra” si riconoscono.

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