Giudiziaria

“Tentata estorsione a due imprenditori”, assolto il boss Antonio Massimino

Dall’accusa di tentata estorsione ai danni di due costruttori agrigentini

Pubblicato 4 settimane fa

I giudici della Corte di Appello di Palermo hanno assolto il boss Antonio Massimino, ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Agrigento, dall’accusa di tentata estorsione ai danni di due costruttori agrigentini. Si tratta del tentativo di imporre agli imprenditori Li Causi l’assunzione di un operaio. Il processo a Massimino, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, è ripartito davanti ad altra sezione della Corte di Appello dopo la decisione della Cassazione di annullare due delle tre ipotesi di tentata estorsione contestate al capomafia.

La Cassazione lo scorso anno aveva “cancellato”, questa volta senza rinvio e dunque con verdetto che diventa definitivo, la condanna relativa ad un altro tentativo di estorsione, riqualificato adesso in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L’episodio riguarda la richiesta ai costruttori di saldare un debito di 85 mila euro al titolare di un’impresa. Reato che, in mancanza di querela di parte, non poteva essere perseguito. Nell’inchiesta era coinvolto anche Liborio Militello, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo, ritenuto uno degli uomini più “vicini” a Massimino. La sua condanna diventa definitiva limitatamente alla richiesta di “messa a posto” ai due costruttori per l’immobile in via Mazzini.

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