Ravanusa

Ravanusa, dopo vent’anni ripartono le attività di scavo archeologico sul Monte Saraceno

Le indagini, dopo vent'anni, si localizzeranno nell’ampio terrazzo che si estende al di sotto della sommità (“acropoli”) del Monte, in un’area finora inesplorata

Pubblicato 1 ora fa

Dopo quasi vent’anni, dall’8 settembre riprendono gli scavi archeologici sul Monte Saraceno di Ravanusa. Le attività sono state possibili grazie a una convenzione stipulata tra il Parco della Valle dei Templi di Agrigento e il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina. 

Le indagini si localizzeranno nell’ampio terrazzo che si estende al di sotto della sommità (“acropoli”) del Monte, in un’area finora inesplorata, dove, nel dicembre del 2024, le prospezioni geomagnetiche hanno segnalato la possibile presenza di resti archeologici forse pertinenti al tessuto urbano della città che si estendeva sui fianchi dell’altura tra il VI e il IV sec. a.C.

Lo scavo sarà condotto da studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo messinese e di altri Atenei, nonché da dottori di ricerca e assegnisti, coordinati dai professori Grazia Spagnolo e da Marco Sfacteria; mentre il Parco della Valle dei Templi sarà rappresentato dalla funzionaria archeologa Maria Concetta Parello.

Alcune attività di ricerca vedranno coinvolti anche alunni delle scuole superiori del comune di Ravanusa e, in giornate prestabilite, il cantiere di scavo sarà reso accessibile al pubblico, che potrà assistere ai lavori e usufruire delle informazioni fornite dagli archeologi.  Per partecipare è necessario prenotarsi telefonicamente o su whatsapp al numero 327 4779401.

“La ripresa degli scavi a Ravanusa rappresenta plasticamente il livello di interesse crescente delle istituzioni universitarie non solo verso la Valle ma nei confronti di tanti siti archeologici che da alcuni anni è il Parco a gestire e che grazie a noi stanno vivendo una nuova importante fase in termini di tutela e valorizzazione. Auspichiamo che soprattutto i ravanusani vogliano approfittare di questa occasione per visitare quei luoghi e riscoprire la propria storia” commenta il direttore del Parco Roberto Sciarratta.

CENNI STORICI

Il sito archeologico di Monte Saraceno, situato lungo la valle del fiume Imera meridionale (oggi Salso), mostra una continua occupazione umana dalla Preistoria fino al III secolo a.C. La storia del sito inizia in epoca preistorica, con le tracce più antiche di occupazione risalenti all’Età del Rame e del Bronzo Antico sulla sommità del monte. La presenza diventa più significativa durante la media Età del Bronzo, con reperti legati alla cultura di Thapsos. Successivamente, tra la fine dell’VIII e la metà del VII secolo a.C., si sviluppò un villaggio indigeno sicano, le cui abitazioni erano delle capanne circolari. Questo primo insediamento fu distrutto, ma non la storia del luogo. Sulle rovine del villaggio sicano sorse un nuovo insediamento caratterizzato da case a pianta rettangolare. Questa fase si concluse con un’ulteriore distruzione, a seguito della quale il sito fu ricostruito e conobbe il suo periodo di massima espansione tra il VI e il V secolo a.C. È in questo momento che l’abitato assume una struttura urbana organizzata, con una maglia regolare, mura difensive, aree di culto e necropoli. Il sito si estese notevolmente, e la presenza di numerosi elementi della cultura greca suggerisce una forte interazione con il mondo ellenico. Mentre alcuni studiosi ipotizzano la presenza di Greci stanziali, altri ritengono che si sia trattato di un processo di “acculturazione” delle popolazioni indigene. Verso la fine del V secolo a.C., l’abitato assunse un’importanza militare, rientrando nella politica del tiranno di Siracusa, Dionisio I, che ne potenziò le fortificazioni. Tuttavia, il sito fu distrutto intorno alla metà del IV secolo a.C. e abbandonato definitivamente all’inizio del III secolo a.C., mettendo fine a una storia millenaria di occupazione.

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