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Case popolari, proteste a Ribera per ritardi nei lavori

Nuove proteste di un gruppo di cittadini di Ribera, ex residenti di una sessantina di case popolari, quelle situate in Largo Martiri di via Fani, che dal 2012 sono dichiarate inagibili. Hanno inscenato una manifestazione pacifica, all’interno dell’area interessata, situata nel quartiere di San Francesco, per contestare i cronici ritardi nell’atteso avvio dei lavori di […]

Pubblicato 5 anni fa

Nuove proteste di un gruppo di cittadini di Ribera, ex residenti di una sessantina di case popolari, quelle situate in Largo Martiri di via Fani, che dal 2012 sono dichiarate inagibili. Hanno inscenato una manifestazione pacifica, all’interno dell’area interessata, situata nel quartiere di San Francesco, per contestare i cronici ritardi nell’atteso avvio dei lavori di demolizione e ricostruzione ex novo degli alloggi. Proprio per oggi era in programma la bonifica dei luoghi, propedeutica di qualche giorno all’approdo delle ruspe. Ma non se n’e’ fatto niente. Diversi degli appartamenti in questione, pur essendo ufficialmente sgomberati da 7 anni (un’inchiesta della magistratura accerto’ che erano stati costruiti con cemento depotenziato) sono stati occupati abusivamente da alcuni soggetti senza fissa dimora, soprattutto nordafricani impegnati in lavori nelle campagne riberesi.

“Se prima non si procede allo sgombero, la ditta appaltatrice non potra’ iniziare i lavori”, ha dichiarato il sindaco di Ribera Carmelo Pace. Sara’ il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che il prefetto Dario Caputo convochera’ nelle prossime ore, a stabilire tempi e modalita’ finalizzati a svuotare, stavolta in maniera definitiva, gli appartamenti. La protesta di oggi degli ex residenti di queste case popolari (a cui, dopo essere stati costretti ad andare via dai loro appartamenti, il comune garantisce un contributo sull’affitto di 250 euro perfamiglia), e’ culminata con alcuni piccoli incendi di sterpaglie e rifiuti, in una zona, quella dove si trovano gli alloggi, particolarmente degradata. Per demolire e ricostruire le palazzine il governo della Regione (presidente in carica era ancora Raffaele Lombardo) stanzio’ circa 10 milioni di euro.

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