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Da Napolitano a Mattarella il Parlamento italiano è sempre “faccia tosta”

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 7 mesi fa

In occasione delle esequie del presidente Giorgio Napolitano molti hanno ricordato il suo “furente” discorso in Parlamento (prima di accettare la rielezione) che fustigava gli stessi deputati e i partiti incapaci di riforme. Ancora oggi nulla di nuovo.

“Il Parlamento non rispecchia più il consenso degli elettori ovvero del popolo sovrano ma costituisce il prodotto della volontà delle oligarchie dei partiti che stabiliscono gli eletti. Una legge infame che ha allontanato dai seggi elettorali milioni di italiani. Bisogna con urgenza ripristinare il voto di preferenza per ridare libertà e autonomia di scelta al popolo stanco di essere prigioniero dei partiti personali. La vicenda della forzata rielezione di Napolitano costituisce l’essenza negativa dei partiti prigionieri degli oligarchi. Basti pensare ai collegi elettorali creati appositamente per assicurare i seggi parlamentari ai fidi amici, amici degli amici. Tutti parlano e sparlano ma nelle agende di lavoro nessuna proposta per abrogare l’attuale legge elettorale. Solo con la libera selezione da parte dei cittadini sarà possibile ringiovanire il Parlamento. Già è trascorso un anno e nessun componente della maggioranza e della minoranza ha posto l’esigenza di approvare una legge elettorale capace di mettere in soffitto il Porcellum, il Rosatellum e lo spirito operativo di Caligola”.

Gli spettacoli in scena tra Orto botanico, Parco archeologico e Teatro Pirandello sono mirati a conquistare il pubblico sul piano artistico culturale e nella prospettiva del consenso elettorale. Non pensi che occorra fare una riflessione sui “votanti” che li frequentano e i “non votanti” che se ne stanno lontano e sono la maggioranza? Una sperequazione tutta da vagliare.

“Su questo specifico argomento ci siamo soffermati ampiamente. Ad Agrigento il consenso elettorale si basa anche sulla domanda e l’offerta dei biglietti omaggio. E in forza di questo principio all’interno delle amministrazioni si muove il regista degli elenchi il quale con certosino dosaggio elargisce gli inviti per entrare a sbafo negli spettacoli finanziati da mamma Regione o da parte del Comune. Ora è entrata in scena la Provincia regionale la quale sull’esempio  del Comune si è attrezzata stabilendo l’elenco delle persone che potranno usufruire di biglietti omaggio. Eppure basterebbe venire in possesso di questi fantomatici elenchi per avere il quadro di riferimento in ordine al consenso elettorale. L’altra volta furono individuati 300 posti riservati esclusivamente ai cittadini privilegiati, con la Provincia il numero è passato a 700. Sono prove d’autore in vista delle prossime elezioni provinciali. Così è se vi pare direbbe il nostro Pirandello”.

A lungo andare a cosa porterà la frattura tra Consiglio comunale e sindaco di Agrigento che se ne sta zitto (da persona fin troppo perbene) persino quando sui social lo apostrofano con epiteti irriferibili . Non pensi che la città debba essere da lui  informata?

“Stiamo registrando un certo fermento politico all’interno dell’ Aula dei Giganti. Una maggioranza divisa tra Giunta e Consiglio comunale, travagliata da aspirazioni personali e da logiche di potere. Non è più un mistero da parte di alcuni esponenti di volere azzerare la Giunta ritenuta non all’altezza  ad affrontare e risolvere i problemi in vista del grande evento previsto per il 2025. Un disagio forte che al momento allontana i consiglieri di partecipare ai lavori d’aula. Un comportamento che evidenzia un certo malessere operativo che ha indotto lo stesso sindaco a chiedere al prefetto Romano di “intercedere” con le parti in causa presenti in Consiglio. Se la situazione dovesse segnare il passo, allora converrebbe al sindaco scuotere la maggioranza per ritrovare il punto d’incontro tra gli opposti interessi. Credo tuttavia che il mal di pancia finirà nel senso che di sicuro troveranno le giuste promesse da indirizzare e ripartire tra i soggetti in campo. A meno che il sindaco non voglia affrontare di petto la situazione e in solitudine decida di dare risposte ben precise nei confronti di chi ha deciso di fare tacita e sotterranea opposizione alla maggioranza. Staremo comunque a vedere”.

Nonostante la crisi comunale e nazionale la città di Agrigento continua ad essere meta preferita dai turisti. Figuriamoci se ci fosse stata una struttura aeroportuale. I politici continuano a sconoscere la realtà e le potenzialità del nostro  territorio.

“La nostra città negli ultimi tempi è meta privilegiata da parte di numerose correnti turistiche europee ed americane. Un milione di visitatori nella Valle dei Templi confermano il trend favorevole al nostro territorio. In estate l’offerta artistico-musicale è stata di notevole richiamo con presenze considerevoli sul piano culturale. In poche parole lo sanno tutti che Agrigento è una realtà importante sul piano dell’offerta turistica. Questo elemento purtroppo non trova riscontro da parte delle forze politiche per potenziare l’economia del territorio attraverso la realizzazione dell’aeroporto che collegherebbe Agrigento con il mondo e il mondo con Agrigento attraverso i collegamenti con i paesi del Nord Europa mediante voli charter. E poi un Palacongressi che in mancanza dell’aeroporto segna il passo. Purtroppo siamo penalizzati a causa di una classe politica svogliata che ignora volutamente le grandi potenzialità  di cui  dispone la nostra località. Insomma una città capitale della cultura, privata di una struttura essenziale. Questo si chiama delitto politico nei riguardi del territorio agrigentino rappresentato in parlamento da deputati catapultati dalle segreterie dei partiti del tutto estranei ai bisogni della gente”.

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