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Adesso tutti innamorati dell’aeroporto e della Democrazia cristiana: sarà vero amore?

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 11 mesi fa

Nessuno, nell’incontro agrigentino con il ministro Matteo Salvini,  ha posto in evidenza come esista un accordo di programma tra lo Stato e la Regione siciliana per la realizzazione di un aeroporto in località Noce di Racalmuto, con un progetto regolarmente pagato dall’Ente Provincia pari a un milione e 250 Mila circa. Per tale opera erano stati accreditati alla provincia ben 35 milioni di euro pari al 50 per cento dell’opera.

“È vero nessuno ha evidenziato l’accordo di programma tra la Regione e lo Stato in ordine alla realizzazione dell’aeroporto a Racalmuto. Il progetto è stato temporaneamente sospeso con l’impropria restituzione (temporanea) del 50% del costo dell’opera. Occorre che il Commissario della provincia richieda la restituzione della somma da parte della Regione. I parlamentari agrigentini anziché trastullarsi in interrogazioni varie hanno il dovere di fare rispettare l’accordo di programma Stato – Regione a suo tempo sottoscritto. La verità è una sola ed è quella di una logistica consolidata dove le leggi e gli accordi di programma per Agrigento sono solo carta straccia”.

L’assessore preposto ai parcheggi possibile che non possa precisare nulla per l’incompiuto parcheggio di piazza Rosselli?

“Bisogna con urgenza chiudere il rapporto contrattuale con l’originaria impresa. Fare subito il punto della situazione e dare l’incarico all’ufficio tecnico comunale per avviare l’iter per una nuova gara d’appalto. Il tempo è prezioso. Bisogna aggredire il problema e portarlo a compimento. Ogni giorno che passa rende problematica la capacità propositiva dell’amministrazione comunale. Il dato certo è quello di una struttura abbandonata. Da qui il nostro auspicio di vedere l’assessore competente rimboccarsi le maniche e  affrontare di petto il problema del posteggio di piazzale Rosselli”.

Fu una vittoria di Pirro quella della DC allorché nell’83 mise fuori Ciancimino come oggi un convegno apposito ha ricordato?

Il congresso regionale della D.C. non consenti alla componente di Ciancimino di eleggere un proprio rappresentante. Non ci fu un documento di condanna o di espulsione dal partito, ma solo una semplice verifica congressuale. Ciancimino seppure fuori dagli organismi regionali, era sempre l’uomo potente del partito a Palermo. I suoi amici mantenevano le leve del potere nei vari enti pubblici e soprattutto a Palazzo delle Aquile. Per dieci lunghi anni fu ancora al centro della politica palermitana. Ciancimino aveva pensato di poter concorrere con il 4% in un listone unitario, stante che gli veniva precluso l’ingresso non disponendo del 5%. Fortissimo solo a Palermo. Ciancimino è stato solo un illuso, sperando in un patto tra le componenti ed in particolare con quella di Gullotti. Se avesse avuto sentore dell’agguato avrebbe di sicuro portato il suo raggio d’influenza su altre province della Sicilia occidentale. Mattarella e Mannino hanno solo applicato lo statuto. Nel corso del congresso il tema della mafia non ebbe un travolgente dibattito”.

Sulla sanità siamo a un punto di non ritorno con scioperi, ennesimi scandali, proteste e denunce. Sarà la volta buona?

“Oramai la Sanità pubblica è in caduta libera. Pronti soccorso ridotti al lumicino, liste di attesa che superano il biennio, servizi scadenti, piante organiche impazzite, medici ospedalieri che nel tempo libero stazionano nei propri studi o nei centri privati. Una sanità che registra la presenza di medici stranieri (bulgari, cubani, argentini ecc.) e si continua a mantenere il numero chiuso nelle facoltà di medicina. Oggi si dice che all’atto del giuramento di Ippocrate il medico probabilmente mette la mano non sul cuore, ma sulla tasca dove risiede tranquillo il portafoglio. Scherzi a parte il medico assolve ad una importante missione, la salute del prossimo. Occorre dettare regole ben precise e norme di leggi più rispondenti ai bisogni dei cittadini. Le prime cose da fare è quello di respingere il tentativo in corso di privatizzare la sanità pubblica obbligando l’utente a ricorrere alle assicurazioni. Vietare in modo tassativo ai medici ospedalieri la libera professione. Togliere la gestione della sanità pubblica alle regioni centro di vera lottizzazione politica, obbligare le cliniche e i centri ospedalieri gestiti dai privati di istituire al loro interno il servizio di pronto soccorso”.

A distanza di due anni dalle elezioni comunali la città si chiede ancora quali benefici abbia portato l’alleanza di vecchie vittime e antichi carnefici  ritrovati  uniti per la gestione della città di Agrigento. Per molti è apparsa come una “trattativa”.

“Ciascuno recita a soggetto. Nel giuoco delle parti trovano sempre il punto d’incontro tra gli opposti interessi. La nostra è una realtà tutta da studiare, dove il bene comune viene massacrato dall’inerzia per dare forza ai grandi appetiti. Benefici ai singoli, tantissimi, secondo il manuale Cencelli. Lo abbiamo visto di recente in ordine alla gestione dell’acqua pubblica o nella gestione dei parchi. Siamo nella città di Pirandello. L’affinità è notevole come se si specchiassero l’uno nell’altro nella stessa fonte. E quando si capirà che il successo e l’insuccesso fanno parte della stessa medaglia i protagonisti. continueranno per antica tradizione a vivere beatamente nel regno dei furbi”.

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