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Latrocinio e clima remano contro il turismo meridionale

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 9 mesi fa

In atto c’è una legge che consente agli amministratori di condominio di essere eletti per edifici inferiori a 9 unità immobiliari. Perché non consentire questa opportunità anche per gli edifici superiori alle nove unità?

“La gestione degli edifici da parte degli amministratori regolarmente iscritti nell’apposito albo, costituisce una forma di eccesso di obbligatorietà per condomini il cui costo si riversa sulle spese di amministrazione.  Inoltre va sottolineato una forma di potere difficilmente sopportato dai condomini nel corso delle assemblee indette dagli stessi amministratori. Salvo eccezioni molti di loro dopo alcuni anni vengono rimpiazzati da altri e così via. La loro azione in base alla normativa vigente va in direzione della tutela dei servizi a garanzia del diritto di proprietà e di quello di locazione. Poiché la scelta dell’amministratore salvo inadempienze è dell’assemblea perché non dare alla stessa l’opportunità  di individuare tra i condomini l’amministratore dello stabile con l’obbligo di attenersi scrupolosamente agli obblighi di legge. Questa proposta tuttavia non esclude il ricorso di scelta degli amministratori regolarmente iscritti all’albo. La gestione da parte di un condomino sarà sempre più operativa, più veloce e più attenta alle varie problematiche dell’edificio”.

Se si continua così col caro estate degli aumenti sproporzionati dei servizi e per giunta con il clima che rema contro il turismo meridionale, andrà a finire che si andrà in Albania o altre località più a nord.

“Si tratta di una politica scellerata, di un gravissimo ed inspiegabile comportamento di ristoratori, albergatori, parcheggiatori, titolari di stabilimenti balneari, compagnie aeree, spettacoli, discoteche, ecc.ecc. che vede nel turista la sostanza umana da spremere come un limone. La contrattazione dei consumi poi si aggiunge in modo irreversibile  e fa sentire il caro vacanze. Le nostre regioni non saranno più luoghi dove poter trascorrere le ferie e perderanno moltissimo sul piano economico. La gente che va in ferie è in gran parte formata da dipendenti pubblici e privati e da pensionati e non certo da milionari. È tutta gente che paga le tasse per trovarsi in vari labirinti rappresentati da quelle categorie che non vogliono dare il pizzo allo Stato. Saranno altri paesi del Mediterraneo che guadagneranno del caro ferie in Italia. Una politica disastrosa da parte degli esercenti italiani”.

E’ ormai noto come la grande maggioranza dei deputati eletti in Sicilia non ha più voce in capitolo. Per esempio, Marta Fascina eletta in quel di Trapani, la figlia di Bettino Craxi dalle nostre parti, la Brambilla in quel di Gela sono lontani o silenti dai veri bisogni del loro e nostro  territorio.

“Si tratta di una realtà politica allucinante, frutto di una legge elettorale che punisce il territorio per dare titolarità e spazio politico a persone del tutto estranee ed avulse per tradizione ed appartenenza. Terra di conquista dove arrivano i nordisti a fare da padroni. In questi mesi nessuna voce si è alzata in parlamento a sostenere le necessarie infrastrutture, i bisogni della gente, i problemi della sanità, dell’aeroporto, dell’università. Deputati per grazia ricevuta. In questa amara terra c’è posto per tutti. Così è se vi pare direbbe il nostro amato Pirandello. A ciascuno il suo deputato Una legge al pari di quella famosa formula: porcellum sta a Rosatellum come Caligola sta al suo cavallo”.

Agrigento come capitale della cultura dovrà gestire circa 6 milioni di euro così ripartiti, tre del comune (attingendo a tassa di soggiorno), un milione dell’assessorato Beni culturali e un altro milione dal ministero. Cosa strana sono stati esclusi soggetti che avevano sostenuto il progetto come il Fai, l’università e altri. Forse perché gestire significa anche spendere? Ma il Michele Guardi che spegne polemiche e dice di essere in costante rapporto col sindaco si chiede chi sono i produttori di cultura dopo l’eredità dei templi e di Pirandello.? E soprattutto dopo il “caso Tandoy”? E quale cultura meno asfissiante dell’oggi?

“La terra dove il lecito diventa illecito e l’illecito diventa lecito ci porterà direttamente davanti al grande Pirandello. Una Fondazione, nessuna Fondazione centomila Fondazioni. Sta di fatto che si naviga a vista registrando notevoli ritardi, con gravissime ripercussioni sul grande evento “Agrigento capitale della cultura”. Sono cominciate le crociate per gestire i cospicui fondi già stanziati per il 2025. Somme ragguardevoli che aspettano di essere impiegate sulla base di programmi ben definiti da parte di soggetti attuatori. Intanto non si capisce l’esclusione di figure assai importanti come il Fai, il Parco Pirandello, il Consorzio universitario, che hanno dato un grande supporto sul piano logistico e di rappresentanza. Chi ha redatto il progetto  continuerà ad essere il punto di riferimento tra opposti interessi? Sarà la Fondazione Teatro Pirandello o dovrà costituirsi una nuova Fondazione alla quale assegnare la cabina di regia con annessi e connessi ? Di certo molto occhi palesi ed occulti seguiranno da vicino le prossime mosse del Comune, dell’assessorato regionale e soprattutto del ministero competente. Ci siamo resi conto che attorno al concorso nazionale per la proclamazione della città capitale della cultura si muovono studi di progettazione con notevoli parcelle affrontate dai vari comuni concorrenti al titolo. Probabilmente il sindaco, persona assai perbene, alla luce delle difficoltà oggettive in cuore suo preferirebbe tornare indietro al 31 marzo 2023. Dal delitto di Tandoy tanta acqua è passata sotto i ponti. La città se vuole cambiare davvero deve affrontare il mare senza guardare più la riva”.

Orecchiando da lontano il Gianni Morandi di Piano San Gregorio mi sono ricordato che la canzone  “In ginocchio da te” è stata colonna sonora nel film premio Oscar Parasite (trasmesso da Rai5  l’1 agosto) in uno dei momenti più devastanti e parassitari della pellicola sudcoreana che denuncia come a questo mondo ci siano coloro che campano sulle emozioni e sul vissuto degli altri. Trovi qualche consonanza per una lettura antropologica dei paganti (vecchi e nuovi millennials) al concerto di Morandi? Dove certamente trovano una loro componente le paghette di babbi, nonni e (oddio, non sia mai) il reddito di cittadinanza?

“Bisogna sempre tenere in mente che le canzoni costituiscono il veicolo della immediata comunicazione tra l’artista e il mondo degli ascoltatori. Nel passato si susseguivano versi canori di grande richiamo affettivo e sociale. Mi riferisco alle tantissime canzoni napoletane come “Zappatore”, “Monastero di Santa Chiara” “U surdato nnamurato” e tante altre. In ginocchio da te di Morandi allarga lo scenario nel senso che le parole trovano ampi spazi di penetrazione nell’animo umano. La tua domanda assai pertinente si allarga a quel forte richiamo verso il popolo festante che volenti o nolenti partecipa a detti spettacoli costi quel che costi. Una società silente di fronte ai grandi problemi della vita e una società festaiola che le piace in allegria inginocchiarsi al cospetto di Morandi che canta”.

Vittorio Sgarbi in visita a Palma di Montechiaro auspica la creazione di un Parco del Gattopardo: Ma la Sicilia è già un enorme parco gattopardesco-politico la cui egemonia  Sgarbi conosce così bene.

“La terra di Sicilia ha sempre affascinato i forestieri i quali trascinati dalla bellezza storica dei luoghi suggeriscono  e propongono importanti iniziative culturali.: “Hic vivere vellem oblitusque meorum – qui vorrei vivere dimentico dei miei” lo disse Von Riedesel. Ma ancora altri viaggiatori come Goethe, Guy de Maupassant, Dumas, rimasero affascinati della nostra terra. Oggi il  viaggiatore Sgarbi propone, attratto dai luoghi, di creare il grande Parco del gattopardo. Nella sua genialità propositiva dimentica che il parco esiste nel senso che Santa Margherita Belice, Palma di Montechiaro, Palermo, e tutta la Sicilia  è un parco dentro il quale vegeta lo spirito del popolo siciliano sottomesso prima dal blasone, poi dalla mafia dei campieri, dei colletti bianchi e dei politici forti con i siciliani e servi dei longobardi e dei poteri romani.  Un popolo strano quello gattopardiano, sempre pronto a salire sul carro del vincitore. Liberale, popolare, cattolico, fascista, democristiano, berlusconiano, per passare a Fratelli d’Italia. Se il viaggiatore Sgarbi intende invece un parco della memoria del principe di Salina, si può  discutere e si può fare”.

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