Agrigento

Ombre cinesi sul palcoscenico del “Teatro Pirandello”

Una regia piena di gestualità appropriate, persino di preghiere e di simboli fondamentali

Pubblicato 2 anni fa

Che ne sarà di Franco Bruno, Emanuele Carlino, Silvia Frenda, Marcella Lattuca, Fabrizio Milano, Viola Provenzano e Nicola Puleo che con irruenta passione si sono affidati alla regia di Gaetano Aronica che li ha portati sulla scena del “Pirandello”?  

Rimarranno in attesa di sporadiche chiamate teatrali o potranno crescere ancora e ancorarsi alla compagnia  teatrale nata all’interno della “Fondazione Pirandello”?

Ombrescritto a due mani da Aronica-Sabbatini tende ad eliminare il reciproco sospetto generazionale e rimette in posizione preminente i giovani. Non è poco in tempi in cui la radicale trasformazione del cambiamento già avviata, rimane come sospesa dall’incubo nucleare in questa Italietta cobelligerante e consapevolmente anticostituzionale. In questo “Ombre” ci ritroviamo un Ugo Betti piuttosto che un Pirandello. Precisando che Betti viene considerato dalla saggistica più avveduta come un grande drammaturgo dopo Pirandello e poi nel senso che gli attori di Aronica-Sabbatini sono “persone” con le loro polarità dolorose ma non hanno la pretesa di diventare “personaggi”.

In questo coadiuvati da una regia giovanilistica che fa sentire il suo “polso” spiazzante in una colonna sonora romanticamente rockettara che – come è stato scritto – ha mandato in visibilio le scolaresche che hanno affollato le matinée.

Una regia piena di gestualità appropriate, persino di preghiere e di simboli fondamentali (ognuno legga come vuole il quadro della scenografia dipinto con su un triangolo attraversato non da un occhio ma di una luminosità satellitare) e qui ci piace ricordare come Aronica ami sempre rivestire (come in altra sua performance vista al “Pirandello”) i panni di un  saggio Telemaco adombrato nel ruolo del magistrato, depurato da complessi edipici e dal vituperato “disonora il padre”.

E che in altri termini vorrebbe annunciare solennemente una “lezione per gli adulti” affinchè  questi giovani non debbano diventare “adulti maturi come noi”.  

“Sul palco – scrive Aronica nelle note di regia – due personaggi, un giudice siciliano e una studentessa in attesa di discutere la tesi all’università di Milano. Due anime, due storie, due mondi apparentemente distanti che, viaggiando su due rette parallele, e piani distinti, sembrano non potersi incontrare mai. “Ombre” è tutto questo e molto di più, una sorta di thriller dell’anima che procede a ritroso con un ritmo incalzante e un taglio cinematografico. Uno spettacolo in grado di intercettare le inquietudini propositive delle nuove generazioni”.

E il direttore artistico Francesco Bellomo lo considera“Uno spettacolo molto forte, ricco di emozioni, di grandi significati sociali, etici e morali, uno spettacolo da non perdere. Si potrà assistere alla performance della compagnia del Teatro Pirandello, uno dei fiori all’occhiello della Fondazione”.

D’accordo. Ma dopo?

Testo e foto di Diego Romeo

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