Agrigento

Torna la musica nella Valle dei templi (ft)

L’altra sera la piccola spianata sotto il Tempio di Giunone offriva un colpo d’occhio straordinario con oltre 70 tra orchestrali e coro

Pubblicato 3 anni fa

“Senza musica il mondo preistorico sarebbe semplicemente troppo silenzioso per risultare credibile, avvertivano i grandi archeologi.

E l’altra sera si pensava a questa frase nell’ascoltare lirica e rock darsi la mano  con sullo sfondo le residue colonne del Tempio di Giunone. 

Quest’anno c’è un ritorno sensibile della musica nel Parco archeologico della Valle dei templi, sarà magari merito del direttore del Parco, Roberto Sciarratta che da par suo è  musicologo e che ha messo in cartellone la sua amata musica jazz, sarà anche per la levata di scudi che l’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha offerto qualche settimana fa in uno streaming dei suoi corsi di formazione, lanciando solenni sfuriate alla poca  attenzione  dedicata al mondo della musica e sottolineando che perfino i giornali non si allevano in redazione i critici musicali. Discorso a parte e più amaro quando si passa al mondo della scuola.

Tornando quindi al concerto dell’altra sera nel teatro antistante il Tempio di Giunone, “The Queen, Barcelona Opera Rock” non si può fare a meno di constatare come l’iniziativa sia stata apprezzata e partecipata dal pubblico presente.  Si dirà che l’evento era gratuito  ma ciò non toglie che il revival degli anni 80-90 dei grandissimi duetti Mercury-Caballè sia stato indovinato e reinterpretato dal duo Desirèe Rancatore-Johan Boding diretti da Roberto Molinelli che è stato anche l’arrangiatore e il deus ex-machina dell’evento.

L’altra sera la piccola spianata sotto il Tempio di Giunone offriva un colpo d’occhio straordinario con oltre 70 tra orchestrali e coro che hanno voluto ricordare i 50 anni dalla formazione dei leggendari Queen di cui Freddy Mercury fu la stella indiscussa. Il pubblico si è assiepato come poteva tra i circa 400 posti disponibili e ha evitato “diligentemente” gli oltre 52 posti su cui era scritto “riservato”.

Sedie riservate

Piccoli feudalesimi di una piccola città che  Francesco Guccini  cantava bastardo posto, appena nato ti compresi e fu il fato che in tre mesi mi spinse via”.

 E comunque meglio di niente se ci evitasse  di citare un’altra frase recente del direttore d’orchestra Riccardo Muti: Abbiamo perso la capacità di sentire il bello, che per secoli abbiamo dato al mondo”. 

Lunedì prossimo alle 21 il concerto sarà replicato  a Palermo al Teatro di Verdura.

Testo e foto di Diego Romeo

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