Sicilia

Ambiente, Commissione ecomafie: “in Sicilia caos depurazione acque”

457 impianti di trattamento acque censiti, il 16% dei quali non attivo mentre meno del 20% opera con autorizzazione allo scarico valida

Pubblicato 2 anni fa

“Gli elementi acquisiti nel corso dell’inchiesta territoriale sul sistema idrico integrato in Sicilia hanno da subito mostrato le mefistofeliche disfunzioni del ciclo delle acque. Così come avvenuto anche nel settore dei rifiuti, il caos normativo, le inadempienze, le omissioni amministrative, hanno privato i siciliani di efficienti servizi di livello europeo, nonostante le salate tariffe pagate, a fronte di un servizio reso, praticamente inesistente”. È quanto si legge nella relazione finale della commissione parlamentare Ecomafie riguardante l’inchiesta condotta sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia. I commissari hanno analizzato il sistema di depurazione dell’Isola con 457 impianti di trattamento acque censiti, il 16% dei quali non attivo mentre meno del 20% opera con autorizzazione allo scarico valida.

In Sicilia soltanto il 61% degli abitanti è servito da impianti di depurazione delle acque reflue. Il dato emerge dalla relazione conclusiva dell’indagine conclusa dalla commissione parlamentare Ecomafie. Secondo i commissari “meno del 20 per cento degli impianti” dell’Isola “opera attualmente con autorizzazione allo scarico valida”. Quasi il 50% dei 457 impianti censiti, inoltre, è ubicato nelle sole province di Messina (149) e Palermo (82). “I dati indicano chiaramente che la governance multilivello del sistema idrico regionale non ha funzionato – si legge nella relazione -, fallendo miseramente gli obiettivi da perseguire ex lege. In alcune realtà, infatti, si sono appurate inefficienze croniche e radicate, legate alla concreta funzionalità degli enti d’ambito. Oltretutto il quadro regionale delle gestioni si è da subito presentato disomogeneo e poco corrispondente all’assetto organizzativo definito dalla vigente disciplina nazionale” (Redazione/Dire)

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