Caro bollette, corteo a Palermo: “basta speculazioni”
Continuano le proteste contro il caro bollette. Dopo l’appuntamento di Mazara del Vallo della scorsa settimana – che ha visto in piazza più di duemila persone – oggi è stato il turno di Palermo. Presenti i cittadini di Castelvetrano, Sciacca, Mazara del Vallo; ma anche abitanti dei piccoli comuni limitrofi della provincia di Palermo: Altofonte, Piana degli […]
Continuano le proteste contro il caro bollette. Dopo l’appuntamento di Mazara del Vallo della scorsa settimana – che ha visto in piazza più di duemila persone – oggi è stato il turno di Palermo. Presenti i cittadini di Castelvetrano, Sciacca, Mazara del Vallo; ma anche abitanti dei piccoli comuni limitrofi della provincia di Palermo: Altofonte, Piana degli Albanesi, Santa Cristina, Bagheria, Santa Flavia e Porticello. Nella prima mattinata, un corteo di auto ha sfilato per Viale Regione Siciliana per arrivare a Piazza Castelnuovo – luogo del concentramento. “Che futuro avranno i nostri figli?”, si legge nei cartelli in piazza. Il corteo è partito, alle ore 10, da Piazza Castelnuovo per incontrare il Sindaco di Palermo a Palazzo delle Aquile. In testa uno striscione con su scritto «Stop maxi profitti e speculazione. Non ci ruberete il futuro!”, segno che i cittadini siciliani non vogliono piegarsi all’inflazione imposta sulle loro spalle. “Scendiamo in piazza, insieme a tutti gli altri comuni della Sicilia, per lottare uniti ad altri lavoratori e famiglie per scongiurare la chiusura delle attività e la perdita di posti lavoro” dichiara Gioacchino Quartararo, promotore della manifestazione Durante il corteo in Via Maqueda si è ricordata la “Strage del pane” avvenuta il 9 ottobre 1944: in una città devastata dalla guerra, i soldati della divisione Sabauda spararono sulla folla che manifestava contro il carovita e la mancanza di cibo, uccidendo 24 persone e ferendone altre 158. “Il carovita e l’aumento progressivo del costo dell’energia – infatti – è il frutto di speculazioni scellerate che ricadono sui lavoratori e disoccupati. Non possiamo più pagare il costo di questa crisi, adesso tocca costringere chi specula a tagliare gli oneri”, dichiara Giovanni di Antudo Palermo. “Ogni giorno in Sicilia centinaia di attività chiudono i battenti, tra di loro anche diverse attività a conduzione familiare”, affermano i manifestanti.


