Licata

Rifiuti ferrosi al porto di Licata, A testa alta: “attendiamo riscontro con il Comune”

“Dopo la nostra netta opposizione all’annunciato trasferimento, in un’area confiscata alla criminalità organizzata, dell’ingente quantitativo di rifiuti ferrosi proveniente da sequestro penale e da circa due anni lasciato – privo di qualsiasi protezione ed esposto all’azione degli agenti atmosferici, all’interno del porto di Licata – attendiamo ancora un riscontro da parte del Comune di Licata, […]

Pubblicato 4 anni fa

“Dopo la nostra netta opposizione all’annunciato trasferimento, in un’area confiscata alla criminalità organizzata, dell’ingente quantitativo di rifiuti ferrosi proveniente da sequestro penale e da circa due anni lasciato – privo di qualsiasi protezione ed esposto all’azione degli agenti atmosferici, all’interno del porto di Licata – attendiamo ancora un riscontro da parte del Comune di Licata, cui compete, è bene ribadirlo, l’obbligo normativo di valorizzare i beni confiscati e di destinarli all’uso collettivo, per finalità sociali e per il benessere dell’intera comunità, e non quello di trasformarli in discarica a cielo aperto per ovviare peraltro a un problema che non ha causato né concorso a causare” Cosi in una nota l’associazione A testa alta che continua: “la reazione al riguardo è stata forte e decisa e lo sarà sempre di più, fino a quando l’ultimo bene sottratto ai mafiosi e acquisito al patrimonio comunale non sarà recuperato all’uso sociale e si farà piena luce sulle responsabilità politiche e amministrative che hanno condotto al drammatico quadro odierno.Portata questa problematica, e le altre criticità sulla gestione dei beni confiscati, continua l’associazione, all’attenzione del Procuratore Nazionale Antimafia, Dott. Federico Cafiero de Raho, e del Direttore dell’ANBSC, Avv. Bruno Frattasi, l’associazione ieri ha anche richiesto l’intervento del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gen. Sergio Costa, e dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente, On.le Salvatore Cordaro, nonché del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Palermo affinché, secondo le rispettive competenze, si attivino con immediatezza per porre rimedio alla grave situazione in corso al porto di Licata. “

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