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“Uno a uno e pareggiamo..”: cronaca di una scia di sangue tra famiglie a Palma di Montechiaro

Il furto di alcuni mezzi agricoli, avvenuto nell’ormai lontano 2013, sarebbe la miccia che avrebbe innescato una lotta tra due famiglie di Palma di Montechiaro – i Rallo e gli Azzarello – culminata con due omicidi eseguiti tra il dicembre 2015 e l’agosto 2017. Una brillante operazione congiunta dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, […]

Pubblicato 5 anni fa

Il furto di alcuni mezzi agricoli, avvenuto nell’ormai lontano 2013, sarebbe la miccia che avrebbe innescato una lotta tra due famiglie di Palma di Montechiaro – i Rallo e gli Azzarello – culminata con due omicidi eseguiti tra il dicembre 2015 e l’agosto 2017. Una brillante operazione congiunta dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, e i carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e della compagnia di Licata, guidati dal colonnello Giovanni Pellegrino e dal capitano Francesco Lucarelli, ha permesso di fare luce – dopo quasi due anni di indagini – sugli omicidi di Enrico Rallo e Salvatore Azzarello. A coordinare le indagini il procuratore capo della Repubblica Luigi Patronaggio e il sostituto procuratore Alessandra Russo (insieme anche alla collega Simona Faga che ha lasciato Agrigento).

Cinque le persone che sono finite in manette mentre quattro gli indagati oggetto della misura cautelare dell’obbligo di dimora: alle prime luci dell’alba sono stati arrestati (in carcere) Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 28 anni; Giuseppe Rallo, 27 anni; Angelo Castronovo, 63 anni (unico accusato di aver preso parte ad entrambi gli omicidi, considerato “il traditore” della vicenda e già scampato ad un attentato mafioso nel 1991 avvenuto al Bar2000). Ai domiciliari, invece, Pino Azzarello, 39 anni, e Carmelo Pace, 58 anni. Obbligo di dimora, con le accuse di favoreggiamento e detenzione di armi, nei confronti di Giuseppe Azzarello, 22 anni;Francesco Orlando, 25 anni; Maria Concetta Noemi Oteri, 21 anni; Giacomo Alotto, 61 anni; Gioacchino Gaetano Burgio, 49 anni; Giuseppe Giganti, 43 anni. 

La vicenda, ricostruita dagli inquirenti in una conferenza stampa al Palazzo di Giustizia di Agrigento, si snoda in un contesto di assoluta omertà, di mancanza di collaborazione con le forze dell’ordine nonostante – da quello che emerge dalle indagini – entrambi i nuclei familiari sapessero già nomi e cognomi dei protagonisti di questa triste vicenda. 

Il primo omicidio avviene nel dicembre 2015 quando Enrico Rallo, sospettato insieme ai fratelli del furto di un trattore ai danni di Salvatore Azzarello, viene attirato in una trappola con la scusa della compravendita di un furgone davanti una pizzeria di Palma di Montechiaro: ad attenderlo però ci sarebbe stato proprio Salvatore Azzarello che esplose cinque colpi di cui tre a segno all’indirizzo di Rallo. Quest’ultimo morirà circa tre settimane dopo all’ospedale Civico di Palermo. 

La vendetta  si compie il 22 agosto 2017 nelle campagne di contrada Burraiti: un commando composto da Ignazio “Rosario” Rallo, Roberto Onolfo e Giuseppe Rallo a bordo di un pick-up rubato nel marzo 2017 al Corpo Forestale di Licata si affianca al trattore su cui è seduto Salvatore Azzarello, intento a coltivare i campi: una raffica di colpi di arma da fuoco – un fucile e una pistola calibro 38 – non lascia scampo ad Azzarello. 

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