Covid, il commissario Asp Zappia: “Ricoveri in aumento, vaccini ai minimi storici”
Il manager dell’Asp di Agrigento è intervenuto anche sulla vicenda della carenza del personale negli ospedali della provincia
Torna il consueto appuntamento settimanale con il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia, sulla situazione epidemiologica in provincia di Agrigento. Il capo della sanità agrigentina ha ribadito i dati sul coronavirus sottolineando un aumento dei ricoveri in ospedale rispetto alla settimana appena trascorsa e il raggiungimento del minimo storico sul fronte vaccini, con poco più di trecento dosi somministrate negli ultimi sette giorni.
“Abbiamo in totale 16 persone ricoverate a Ribera: 12 sono nel reparto di medicina mentre 4 si trovano in terapia intensiva. In entrambi i casi registriamo un aumento delle statistiche – ha detto Zappia – e abbiamo raggiunto il minimo storico sui vaccini: negli ultimi sette giorni abbiamo somministrato 357 dosi di cui soltanto 5 prime dosi, 22 seconde dosi, 156 terze dosi e 174 quarte dosi. In questo momento la gente forse sta pensando soltanto alle vacanze ma sarebbe anche giusto pensare alla propria salute in un periodo in cui la socialità aumenta. La vaccinazione completa ci protegge dalle complicazioni ed è bene ricordarlo.”
Poi il manager dell’Asp di Agrigento è intervenuto anche sulla vicenda della carenza del personale negli ospedali della provincia: “L’azienda sta iniziando a pensare ad altre cose e a servizi nuovi. Ho visto che ci sono state sollecitazioni, qualcuno li chiama attacchi, sulla carenza di personale. Questa cosa non è nuova e la sappiamo e già due mesi fa abbiamo fatto delibere per mettere a concorso questi posti. Alcuni sono stati già arruolati, lunedì scorso abbiamo avuto il concorso per 12 cardiologi e già diversi primari sono stati assegnati. La questione dei medici, non soltanto nella nostra Asp, è drammatica in alcuni posti. Il 20 aprile abbiamo fatto delibera per dirigenti medici di varie specialità e accelereremo su questo fronte. Il messaggio che voglio che sia chiaro è che non è che stiamo con le mani in mano. Il problema è nazionale.”






