Agrigento, lutto nel mondo della pittura: è morto Franco Fasulo
A Sartirana Lomellina 2009 era stato nominato Sindaco per le materie culturali
È scomparso all’età di 59 anni il pittore agrigentino Franco Fasulo. L’artista da qualche anno, si era trasferito a Sartirana Lomellina in provincia di Pavia dove dal 2009 era stato nominato Sindaco per le materie culturali. Ha partecipato a numerosi gruppi artistici in Italia e in Europa. Una lunga carriera artistica che sfociò a metà degli anni ’90, il pittore agrigentino iniziò ad intraprendere una serie di viaggi attraverso i paesi costieri del Mediterraneo e, spostandosi poi sulle coste atlantiche, iniziò a trarre ispirazione dagli ambienti portuali. Le sue opere sono state proposte al pubblico prima con la mostra personale “il Blu e la Ruggine”, a cura di Aldo Gerbino, ad Agrigento (2001) e poi al Palazzo della Permanente di Milano (2002) in occasione del concorso nazionale “Premio Arte Mondadori”, dove la sua opera “Esistenza Nomade” si è aggiudicata il secondo premio. Da allora il suo lavoro è stato regolarmente esposto in tutta Italia.
“La mia pittura vuole essere contemplazione del Tempo. Lo stesso atto del dipingere è riappropiarsi del Tempo, rallentandolo, riportandolo alla condizione primigenia, inizialmente priva di velocità. La pittura è una zona franca dove le lancette subiscono una sostanziale alterazione.” Questa la definizione di pittura di Franco Fasulo.
Tantissimi i messaggi di cordoglio si facebook.
Dell’artista il sindaco Franco Miccichè dice: “Con la sua morte Agrigento perde prematuramente un grande artista, un maestro affermato anche sul territorio nazionale. Franco era una grande persona, colta e sensibile. Sono molto dispiaciuto. Porgo, anche a nome dell’amministrazione, sentite condoglianze alla famiglia”.
L’associazione culturale Bac bac di Agrigento lo ricorda cosi: “Franco è stato un artista apprezzato e un uomo di cultura impegnato. Pur vivendo e lavorando nel nord Italia, è stato sempre molto interessato alle cose agrigentine, soprattutto se riguardavano il mondo dell’arte. Aveva una grande capacità di indignarsi per lo stato di abbandono in cui versano molte opere d’arte della città. In particolare, da ultimo, pur lottando contro il male che lo divorara, era preoccupato e avvilito nell’aver appreso, in un articolo da me scritto per la rivista Bac Bac, dello stato miserando in cui si trovavano i capolavori di Francesco Lojacono esposti nell’ex Collegio dei Padri Filippini (esposti in sale umide, mal illuminati e sporcati da calcinacci).
Si riprometteva, sperando in una ripresa delle sue condizioni fisiche, di promuovere una petizione nel mondo degli artisti per una idonea gestione del patromonio pittorico della città di Agrigento. Ma, il male che lo ha stroncato non gli ha dato tempo. Mancherà la tua attività, la tua cordialità, la tua passione civile.
Ci resta la tua eredità artistica, la poesia delle tue opere e l’invito a guardare verso nuovi orizzonti, come quelli da te magistralmente rappresentati nei tuoi dipinti.”