Giudiziaria

Strage operai a Casteldaccia, chiuse indagini per 8

A parte Nicolo' Di Salvo, 68 anni, socio della Quadrifoglio Group di Partinico (Palermo), gli altri indagati sono tutti dell'Amap.

Pubblicato 2 ore fa

 Sei persone fisiche e due societa’ rischiano di finire sotto processo per la strage di operai avvenuta a Casteldaccia (Palermo) il 6 maggio dell’anno scorso. La procura di Termini Imerese (Palermo) ha infatti notificato l’avviso di chiusura delle indagini, atto di regola prodromico rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio. Fra le societa’ che si avviano a divenire imputate anche l’Amap, l’azienda ex municipalizzata dell’Acquedotto, che gestisce l’erogazione idrica e i servizi di fognatura a Palermo e in 47 Comuni della provincia. I cinque operai (quattro dipendenti di una ditta privata e un interinale della societa’ partecipata del Comune di Palermo) stavano spurgando una stazione di rilancio affidata proprio ad Amap. A parte Nicolo’ Di Salvo, 68 anni, socio della Quadrifoglio Group di Partinico (Palermo), gli altri indagati sono tutti dell’Amap. Si tratta di Gaetano Rotolo, 64 anni, Sergio Agati, 62, Girolamo Costa, 48, Wanda Anna Germana Ilarda, di 65 e Salvatore Rappa, 50 anni. L’accusa e’ di omicidio colposo plurimo ai danni di Giuseppe La Barbera, Ignazio Giordano, Epifanio Alsazia (contitolare della Quadrifoglio), Giuseppe Miraglia e Roberto Raneri. Un sesto operaio si salvo’ per miracolo: anche Domenico Viola entro’ nella stazione di sollevamento satura di gas venefici, pur essendo privo – come i colleghi – di dispositivi di protezione personale. Lui pero’ fu piu’ fortunato, venne tirato fuori ancora in vita e dopo aver lottato per mesi tra la vita e la morte si salvo’. L’accusa sostiene che i dipendenti Amap non verificarono che la societa’ appaltatrice, incaricata di eseguire i lavori di disostruzione della rete fognaria di Casteldaccia, fosse in possesso delle competenze e delle informazioni di sicurezza adeguate. Inoltre omisero di valutare in modo adeguato, nel documento sui rischi, la necessita’ di utilizzare il respiratore e il rilevatore multi-gas. Fu il letale acido solfidrico gassoso a uccidere le cinque vittime, entrate una dopo l’altra e morte nel tentativo di soccorrere i compagni che si erano sentiti male.

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