Il crollo dell’ex ospedale in via Atenea, ci sono altri 3 indagati
Si tratta dei tecnici che si sono occupati della sicurezza del cantiere. Gli indagati, adesso, sono dodici
Ci sono altri tre indagati nell’inchiesta sul crollo avvenuto lo scorso maggio nel palazzo che avrebbe dovuto ospitare la nuova sede universitaria in via Atenea. Si tratta dei tecnici che si sono occupati della sicurezza del cantiere. Gli indagati, adesso, sono dodici. Il gip Micaela Raimondo, accogliendo la richiesta del pm Annalisa Failla, ha disposto nuovi accertamenti nell’ambito dell’incidente probatorio. Domani, infatti, ci sarà un nuovo giro di sopralluoghi nell’area interessata dal crollo. L’esito della perizia sarà illustrato il prossimo 6 febbraio.
Nella precedente perizia, a firma del consulente Fabio Neri, docente dell’Università di Catania, si affermava che: “Le cause del cedimento sono da ricondurre a un insufficiente approfondimento dell’interferenza tra la nuova opera e le fondazioni esistenti, in violazione delle regole di diligenza nella predisposizione degli elaborati progettuali”. Il professionista, nella perizia depositata agli atti, scrive: “Emergono responsabilità tecniche e gestionali nella fase della progettazione e dell’esecuzione dei lavori”. E ancora: “Non sono stati adeguatamente analizzati i rischi legati alle lavorazioni e alle interferenze con le strutture esistenti, in particolare quelli di seppellimento durante gli scavi e di crollo derivante da demolizioni estese”.
Durante l’esecuzione dei lavori, inoltre, il perito del giudice sostiene “imperizia da parte dei soggetti coinvolti nella conduzione tecnica dei lavori, che non hanno adottato i dovuti accorgimenti per operare in sicurezza durante gli scavi”. Responsabilità che sarebbero da ricondurre anche all’impresa esecutrice per “non aver segnalato criticità tecniche o operative, né sospeso i lavori in presenza di situazioni di rischio”. Secondo il perito, “il ruolo dell’impresa non può essere limitato a quello di mero esecutore privo di autonomia decisionale”. La perizia, infine, conclude non riscontrando nessuna responsabilità nel crollo della parete “al responsabile del procedimento e dei lavori, al rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri, ai legali rappresentanti delle imprese coinvolte e agli operai”.






