Agrigento

Nonostante tutto San Leone va a rotoli

Il suo “Ragno d’oro, se ben ricordo , è nato nel 1966, una grande novità per quegli anni,  e per la sua gestione siete giunti ormai alla terza generazione. Un bel traguardo ma anche una bella esperienza utile a monitorare l’andamento di oggi. Le chiedo semplicemente: come va ”l’Agrigento-San Leone”? “Si, possiamo parlare soprattutto di […]

Pubblicato 5 anni fa

Il suo “Ragno d’oro, se ben ricordo , è nato nel 1966, una grande novità per quegli anni,  e per la sua gestione siete giunti ormai alla terza generazione. Un bel traguardo ma anche una bella esperienza utile a monitorare l’andamento di oggi. Le chiedo semplicemente: come va ”l’Agrigento-San Leone”?

“Si, possiamo parlare soprattutto di San Leone a iniziare dal 66, del “Ragno d’oro” è stato fondatore mio padre e oggi io e mio figlio che mi collabora. Quindi siamo alla terza generazione. Ci siamo occupati e ci occupiamo di vari settori della ristorazione, pizzeria, self-service, banchetti vari e poi negli anni 80 ci siamo specializzati solo nella gelateria e caffetteria”.

Oggi che immagine offre san Leone agli agrigentini e al turista?

“Qui a San Leone notiamo una  presenza a scendere. Come presenze e come gradimento. Abbiamo un grosso flusso turistico la mattina, il pomeriggio e anche a tarda sera. Quando il turista viene e si approccia alla cassa e al banco cerchiamo la necessità di dialogare e scambiare quattro chiacchiere. Effettivamente dopo aver decantato le nostre bellezze, il nostro mare concludiamo che il calo di presenze quest’anno è sostanziale. Quello dichiarato però, lasciamo stare le presenze clandestine, quelle dichiarate sono in notevole diminuzione. Allora cosa vuol dire? Vuol dire che bisogna intervenire, non facendo magari la piazzetta o pitturando i pali, qui bisogna veramente pensare di fare. Con interventi e cercando di intercettare quelli che sono i finanziamenti europei, quindi progetti per potere avere finanziamenti  e investirli su san Leone. Altrimenti entro un decennio saremo alla fame. Questo glielo posso garantire. Siamo in decremento e siamo tutti a lamentarci”.

Le nuove strutture, gli ultimi abbellimenti hanno risolto qualcosa? 

“Le isole pedonali alla fine risolvono parzialmente il traffico però, anche se si cerca di trovare soluzioni, il sabato e la domenica il caos è davvero insostenibile.  Oltretutto manca il controllo del territorio, da una parte i vigili dall’altro le forze dell’ordine e non si può assistere a macchine che sfrecciano a velocità elevatissima in traffico cittadino, la notte scorribande di giovani, in auto, motorino, musica nelle auto ad altissimo volume, quasi a farlo apposta per disturbare la quiete pubblica. Questa è la pagina nera di San Leone”.

Ci sarà qualche aspetto più positivo.

“L’immagine più chiara è quella che abbiamo, grazie a Dio, il nostro clima e l’affetto degli emigrati dell’hinterland agrigentino che ritornano dai paesi europei per affollare di mattina le nostre spiagge e sono quelli che un pochettino sollevano la nostra economia. Partendo via questi emigrati c’è poco da sorridere con gli agrigentini, anche perché l’agrigentino ha preso l’abitudine che avendo un bel villino a San Leone va a fare il bagno da Porto Empedocle a scendere, a Giallonardo e così via. Per cui il mare è pieno di gente perché è gratis, se invece ci fossero strutture pensate con pagamento all’ingresso, con i bagnini sarebbe ben altro. Sa lei che ancora una volta non ci sono bagnini quest’anno? E che non basta mettere un cartello sulle spiagge “Attenzione perché la spiaggia è sprovvista di sorveglianza e di sicurezza”? Tanto per mettersi la coscienza a posto per infortuni o annegamenti? Non mi pare giusto, si possono assumere bagnini per la stagione estiva e si devono trovare i soldi per queste cose. Per il lavoro è una altalena continua, ci sono giorni che si lavora e giorni che non si lavora, questo è spiegabile. Ma siamo giunti a fine luglio, rimangono venti giorni di lavoro. Lei capisce che un anno è fatto da 365 giorni, cosa facciamo per i prossimi dieci mesi?”.

Le  associazioni di categorie vostre,  cosa intendono progettare? Ne avete discusso, ritengo.

“Proclami, critiche come le faccio io in questo momento ed è chiaro che le amministrazioni succedutesi in questi anni poco hanno fatto per San Leone e la città. Piccole cose, ma ce le sogniamo  le cose importanti come ha fatto tanti anni fa Siracusa con Ortigia che hanno beneficiato di fondi europei e ricordiamo che nello stesso momento Agrigento otteneva 25 miliardi di cui la città non è riuscita a beneficiarne o per incapacità politica o per altro. Abbiamo un comune pieno di architetti, ingegneri, geometri, perché non metterli a fare i progetti? Se i soldi non li chiediamo non arriveranno mai”. 

Mancanza di strade e aeroporto, quanto incidono negativamente?

“Moltissimo da decenni. Ecco,  le infrastrutture, non è possibile raggiungere Agrigento dopo tre-quattro ore di auto, gli aeroporti sono distanti ma se fossero serviti da alta velocita si potrebbe ragionare. Ci decantano che l’aeroporto potrebbe essere fatto in zona di Cattolica a discreta distanza del resort di Verdura che spinge per avere un aeroporto per i vip che lo frequentano. Non abbiamo le ferrovie, la stazione di Agrigento è morta, ha chiuso persino l’unico bar che c’era. Un’altra cosa. Capita spesso che vengono turisti a chiedere informazioni e aiuto. E’ accaduto che turisti arrivano a mezzanotte e cercano il b&b che hanno prenotato e non riuscendo a localizzarlo  non trovano persino chi risponda loro al telefono. Certe vie sono sconosciute anche a noi che non abbiamo una mappa, se ci mettiamo pure che il titolare del b&b non risponde al telefono le cose si complicano.  Ieri sera verso mezzanotte,  un turista disperato ci ha chiesto aiuto e lo abbiamo accompagnato noi a trovare il b&b. Molti turisti se ne vanno delusi perché non trovano servizi adeguati, spesso manca l’acqua e raccogliamo sempre queste lamentele che sicuramente vanno a finire poi sui siti, sui social che non ci fanno una buona pubblicità. Abbiamo Valle dei Templi e Scala dei Turchi che fanno grandissima attrazione ma ancora il turismo mordi e fuggi prevale e a noi non porta nulla. I b&b sono cresciuti in modo esponenziale ma se il turismo non si incrementa gli affari vanno giù, i costi di gestione ci sono per tutti. Per il resto ci dobbiamo accontentare ma non facciamo salti di gioia. Questo è sotto gli occhi di tutti”.

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