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Carlo Giarratano “pescatore di uomini”: il racconto del salvataggio in mare

Riconoscimento dell’Ars, cittadinanza onoraria di Palermo, comandante Carlo Giarratano  questi riconoscimenti insospettiscono. Ci sarebbe da chiedersi come mai applicando il codice d’onore e le leggi della marineria salvando naufraghi,  tutto sembra diventato eccezionale ottemperando al  semplice proprio dovere. Quasi che la normalità diventasse anormalità. “Neanche noi ci immaginavamo tutto questo clamore. Forse dovuto alla nostra […]

Pubblicato 5 anni fa

Riconoscimento dell’Ars, cittadinanza onoraria di Palermo, comandante Carlo Giarratano  questi riconoscimenti insospettiscono. Ci sarebbe da chiedersi come mai applicando il codice d’onore e le leggi della marineria salvando naufraghi,  tutto sembra diventato eccezionale ottemperando al  semplice proprio dovere. Quasi che la normalità diventasse anormalità.

“Neanche noi ci immaginavamo tutto questo clamore. Forse dovuto alla nostra permanenza in mare per 18 ore ad assistere quelle persone che tra l’altro non sai come si possono comportare da un momento all’altro perché non capisci se  la situazione può peggiorare o mantenersi stabile per ore. Noi abbiamo avuto dalla nostra,  ringraziando a Dio, un mare calmo, il gommone era in discrete condizioni. Quando le cose sono semplici è più facile gestirle. Non ci siamo allontanati per non abbandonarli, si o no clandestini bisognava salvarli, meglio dire  queste persone”.

Fino a che punto viene messo a rischio l’onore della Marina, di tutta la Marina, per colpa di disposizioni politiche ed elettorali?

“Al di la delle decisioni politiche l’Italia ha sempre salvato chi ha avuto bisogno sul mare. I migranti sulla “Gregoretti” non erano solo nostri ma erano anche persone salvate dalla Guardia Costiera italiana. Hanno sentito l’Sos e sono andati a salvarli”.

Lei ricorderà certamente quella frase “proletari di tutto il mondo unitevi” che ne direbbe se la trasformassimo in “pescherecci di tutto il mondo unitevi”?

“Non c’è bisogno di unirci perché gli altri che vanno per mare tutti aiutano chi su barca a vela, chi su yacht o nave, nel mare aperto tutti siamo uguali e impotenti e basta una avaria, un falla e nessuno ne esce illeso da una disgrazia in mare, tutti abbiamo bisogno di chiedere aiuto e sperare di riceverlo indipendente da razza, ceto sociale, di colore o non di colore, non cambia nulla. In acqua queste sfumature non si guardano. Qualche giornalista mi chiedeva se avevamo accertato nazionalità ecc., guardi, l’unica domanda che abbiamo fatto è stata” di che avete bisogno”.  Ci hanno risposto che avevano lo scafo pieno d’acqua di mare  e allora gli abbiamo dato un secchio, poi ci hanno chiesto dell’acqua da bere  e gli abbiamo lanciato le bottiglie d’acqua. Poi di nostra spontanea volontà gli abbiamo dato pacchi di fette biscottate”.

Invece di affidare al caso questi salvataggi in mare si potrebbe organizzare qualcosa di diverso , anche perché dell’emigrazione ce ne dovremmo occupare per secoli.  I porti chiusi sono un escamotage belluino.

Non lo so, poi entrano in campo altre faccende…”.

Trasformiamo le Ong in pescherecci… del resto come ricorderà Gesù Cristo disse ai suoi “sarete pescatori di uomini”…

“E’ la situazione politica a decidere, certo non si vuole che le persone muoiano per mare e in tutto questo c’è anche chi ne approfitta. E’ una situazione politica internazionale che è molto più grande di  me che sono un umile pescatore che ha fatto il suo dovere, niente di più e niente di meno”.

Cosa possiamo prevedere allora?. Lei, manco a dirlo, si farà sempre più attento a queste eventualità, sempre più avvertito.

“Io vado per mare a pescare se poi capita un salvataggio… del resto in passato è accaduto ad altri molte volte e in circostanze diverse, per esempio c’era maltempo. Non sono il primo e non sarò l’ultimo”.

Quindi il rischio di diventare pescatori di uomini lo mettiamo sempre in campo. E più si va avanti, più sarà così, stando così le cose.

“Cosa succede in seguito, quello che Dio ci manda ci prendiamo. Qualcuno ci ha detto che facciamo speculazione, si figuri… con questi diecimila euro che ci ha donato una ong. Che ancora ci deve dare e quando ce li darà noi abbiamo deciso di devolverli alle onlus sciacchitane in parti uguali. Appena ci daranno conferma andremo al comune e cercheremo di essere i più equi possibile”.

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