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Il maresciallo Camilleri è “pulito”: assolto dalla Corte d’Appello

Decisa l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato: il sottufficiale dei carabinieri ha riavuto il proprio onore

Pubblicato 1 anno fa

E’ pulito, totalmente innocente. A questa conclusione è giunta la Seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo – dopo aver respinto la richiesta di riapertura del dibattimento avanzata della Procura generale (che ha anche chiesto la condanna a 18 mesi di reclusione) che ha definitivamente assolto da ogni accusa il maresciallo dei carabinieri, all’epoca comandante della stazione di Burgio,  Giuseppe Camilleri, 49 anni, attualmente in servizio alla Tenenza di Favara.

Un’assoluzione cercata e voluta a tutti i costi dopo una assoluzione in primo grado – era accusato di falso ideologico e truffa continuata – con formula dubitativa emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Antonio Cucinella. E’ finito così il lungo calvario del sottufficiale dell’arma cominciato nove anni con l’arresto, per quanto ai domiciliari, di un uomo che ha sempre gridato la sua innocenza.

A Camilleri – difeso dagli avvocati Carmelita Danile ed Evelyna Di Maggio –  veniva contestato di avere falsificato attestazioni di servizio e certificati di missione percependo somme che non avrebbe dovuto riscuotere. La vicenda risale al 2014 quando il maresciallo fu prima posto ai domiciliari e, in seguito, fu sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento fu firmato all’epoca dal Gip del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari, su richiesta della locale procura della Repubblica.

Adesso, a distanza di nove anni dai fatti, il maresciallo ha incassato l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato e riavuto il proprio onore.

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